Doordash, i profitti restano un miraggio?

Sono dati tutt’altro che positivi quelli esposti nell’ultima trimestrale della piattaforma di food delivery leader per il mercato statunitense e fresca di sbarco a Wall Street
Doordash, i profitti restano un miraggio?

Fatturato triplicato e 312 milioni di perdite, 200 milioni in più del Q4 2019. Questa è la sintesi dell’ultima trimestrale pubblicata da Doordash, la prima dalla quotazione in Borsa dello scorso dicembre.

DATI FALSATI DAL COVID

E sono proprio le spese sostenute per il lancio della IPO a Wall Street che hanno impattato in maniera considerevole sui conti della compagnia nell’ultimo trimestre del 2020.

In termini di fatturato, il x3 è un dato ovviamente “gonfiato” dal Covid, anche se i vertici di Doordash hanno rimarcato il fatto che in ben 73 località la compagnia sta operando in regime di “cost control” con le commissioni che nello Stato di New York sono limitate al 20% e in altri Stati anche al 15%.

Sempre i vertici dell’azienda hanno avuto rassicurazioni da parte delle autorità che le “delivery fee cap” non saranno permanenti e che verranno gradualmente eliminate man mano che i ristoranti riacquisteranno la piena operatività.

ANCORA NIENTE PROFITTI

C’è da dire che a pandemia finita, caleranno presumibilmente anche le consegne a domicilio. Non a caso, in fase di IPO, diversi analisti di Wall Street avevano espresso più di una perplessità sul futuro del food delivery post Covid e diversi dubbi sull’effettiva profittabilità delle piattaforme.

D’altro canto, quello dei profitti sembra davvero un miraggio attualmente per la totalità dei colossi del settore, che continuano ad incassare round milionari senza i quali non potrebbero continuare ad operare. 

In Italia, fortunatamente, operano diverse startup del settore, le quali, oltre che essere in utile, pongono massima enfasi sul rapporto con i rider, una faccenda non di poco conto alla luce dei recenti fatti di cronaca.

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