Doordash e Gorillas, matrimonio in vista?

Diversi rumors danno la piattaforma di food delivery interessata ad acquisire quote nella startup di quick commerce
Doordash e Gorillas, matrimonio in vista?

La piattaforma Doordash, prima negli Stati Uniti come quota di mercato con il 55%, davanti a Uber Eats Postmates (22%) e Grubhub (55%), dopo il successo della IPO pare sia seriamente intenzionata ad allargare i propri orizzonti.

FOOD E GROCERY

Da diversi giorni infatti, nei corridoi della finanza e non solo, si vocifera di un nuovo round d’investimento di Gorillas, sbarcata a maggio anche in Italia, che dovrebbe essere guidato proprio da Doorrdash e che dovrebbe far lievitare il valore della startup tedesca di quick commerce a 2,5 miliardi di euro.

Non si sa di più sull’eventuale operazione che, se da un lato merita qualche riflessione, dall’altro conferma come il futuro del digital food sia sempre più aggregato e polarizzato con tre o quattri grandi gruppi che nel giro di un lustro si contenderanno il mercato.

NUOVI SERVIZI

Che il mondo del food delivery guardi con sempre maggior interesse al grocery non è una novità, basta vedere Glovo, nata come anything delivery o Deliveroo, che ha recentemente aggiunto il servizio di grocery delivery.

Dietro alle motivazioni di Doordash potrebbe celarsi soprattutto il rischio concreto di non registrare utili nel breve termine e, il timore dell’effetto bolla, palesatosi in occasione della IPO di Deliveroo, con il modello Gig Economy che sta perdendo terreno in occasione di modelli socio-economici più sostenibili, nella scia di quanto già fatto da Just Eat.

ANCORA SOLDI?

E proprio lo scostamento dalla Gig Economy è al centro della strategia di Gorillas, come confermato dal COO Giovanni Panzeri in occasione del webinar Omnicanalità dello scorso 29 giugno. La vera domanda ora è: Gorillas ha davvero bisogno di altre iniezioni di capitale dopo i 290 milioni di dollari raccolti lo scorso marzo?

Probabilmente sì dal momento che dietro la pioggia di denaro caduta sulle startup di quick commerce (vedi newsletter #Tech dell’8 luglio) si nascondono metriche dopate verosimilmente dalla pandemia e ora è necessario apportare le necessarie misure. Ergo, ancora più soldi

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