IPO Deliveroo, c’è chi dice no: modelli da rivedere?

Alcuni grandi investitori della City hanno dichiarato che non parteciperanno all'offerta pubblica iniziale alla Borsa di Londra. E alcune motivazioni sono decisamente nobili
IPO Deliveroo, c’è chi dice no: modelli da rivedere?

Deliveroo ha recentemente annunciato che il prossimo 7 aprile lancerà la propria IPO alla Borsa di Londra, con un obiettivo di raccolta di 1 miliardi di sterline, che dovrebbe far raggiungere alla compagnia una valutazione compresa tra 8,8 e 10,2 miliardi di sterline.

Ma pur in mezzo al malcelato entusiasmo, nei corridoi dell’alta finanza c’è chi ha già affermato che non parteciperà all’IPO.

NIENTE IPO PER SEI INVESTITORI

Sei grandi gruppi di investimento, Aberdeen Standard, Aviva Investors, BMO Global, CCLA, LGIM e M&G hanno infatti dichiarato la scorsa settimana che non parteciperanno alla IPO di Deliveroo. Motivo? Le scarse condizioni di lavoro dei rider.

Il portale The Spoon fa notare che a decisione degli investitori potrebbe essere stata motivata anche da un report pubblicato dal Bureau of Investigative Journalism, che ha indicato una paga oraria per i rider in Terra d’Albione di 2 sterline, leggasi due sterline, all’ora.

Per restare in tema, in Italia la “querelle” rider è, ormai da diverso tempo, materia da mass-media e cronache giudiziarie, come dimostrato dalla recente stangata sulle piattaforme e dalla successiva reazione delle stesse.

Se nell’immaginario collettivo la finanza è sempre stata considerato l’ambiente dove l’etica non è mai stata di casa, la decisione dei sei investitori può dirsi decisamente storica.

MODELLI DI GIG ECONOMY DA RIVEDERE

Un’altra chiave di lettura può essere invece proprio il cambio di direzione dei grandi cattivoni della finanza mondiale, come dimostrato ad esempio anche dai massicci investimenti nelle proteine alternative.

Sempre The Spoon fa notare, infatti, che alla base della decisione relativa all’IPO di Deliveroo, potrebbe esserci, in generale, scarsa fiducia nei modelli imposti dalla Gig economy, basati anche (e soprattutto?) sullo sfruttamento delle fasce più deboli. Modelli ai quali le autorità stanno ponendo un freno, in tutto il mondo.

E che saranno giocoforza da rivedere. In tutto il mondo.

© Riproduzione riservata