Restaurant tech: l’horeca che verrà

Gli investimenti nelle nuove tecnologie per la ristorazione possono dirci molto su come sarà l’horeca del futuro
Restaurant tech: l’horeca che verrà

“La ristorazione ne uscirà profondamente cambiata”. Quanto volte lo abbiamo sentito? Ma accantonando per il momento DPCM, misure a sostegno, chiusure, cassa integrazione e via dicendo, è ormai assodato che la pandemia abbia accelerato la transizione verso il digitale. E tale trend è confermato anche dal rapporto semestrale sugli investimenti nel foodtech pubblicato da AgFunder. Dopo gli 1,8 miliardi di dollari investiti nelle startup di e-grocery, gli 1,6 miliardi in tecnologie midstream e gli 1,1 in cibi innovativi (dove spiccano i 500 milioni raccolti da Impossible Foods), troviamo infatti 960 milioni investiti in restaurant marketplaces e i 910 milioni in tecnologie per l’horeca e il retail. E proprio quest’ultima categoria può dirci molto nella ristorazione del futuro.

L’AVANZATA DEI GESTIONALI

Nella categoria spicca il round da 400 milioni di dollari chiuso dalla startup Toast, che ha sviluppato un gestionale che può venir utilizzato dalle grandi catene fino alle piccole panetterie. Il round ha permesso alla startup di raggiungere la valutazione di 4,8 miliardi.

Servizio simile è quello offerto dall’israeliana Tabit, con un software gestionale componibile a moduli, che riceverà linfa vitale grazie al round da 35 milioni di dollari.

Senza dubbio due concorrenti agguerriti per la startup francese Tiller, con sede anche in Italia, della quale abbiamo discusso sulle pagine di Food Service.

FILIERA CORTA E DIGITALIZZAZIONE AL MASSIMO

Restando in Italia, dei 910 milioni fanno parte i 3,5 e gli 1,5 milioni raccolti rispettivamente dalle italiane Soplaya e Deliveristo, entrambe già ospitate sulle pagine di Startup Corner, la rubrica mensile di Food Service sull’innovazione, attive nel delivery B2B tra produttori e ristoratori.

Un’altra startup italiana, Eatsready dovrà guardarsi dall’avanzata della francese Lunchr che, grazie ai 79 milioni di dollari raccolti, potrà espandere il proprio business nel campo dei buoni pasto elettronici.

Molto curioso e interessante è la piattaforma sviluppata dalla startup americana 0Butler Hospitality, che ha chiuso un round da 13 milioni. La startup offre agli hotel, in outsourcing, servizio in camera e catering, liberando di fatto le cucina da incombenze che rallentano la normale attività.

Altre categorie incluse nel report di AgFunder sono le piattaforme di prenotazione e meal-kit (243 milioni raccolti) e le ghost kitchen (80 milioni) in discesa dopo l’exploit dell’anno scorso.

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