DoorDash raccoglie 400 milioni, in attesa della IPO

La piattaforma americana di food delivery ha annunciato la chiusura di un Round H da 400 milioni di dollari, al quale seguirà la quotazione in borsa
DoorDash raccoglie 400 milioni, in attesa della IPO

È tempo di grandi manovre nel food delivery. Dopo il via libera dell’Antitrust britannico all’operazione Amazon/Deliveroo e l’annuncio dell’acquisizione di Grubhub da parte di Just Eat Takeaway, DoorDash annuncia la chiusura di un Series H round da 400 milioni di dollari, a un anno esatto dalla chiusura del Series G da 600 milioni, confermando sostanzialmente che “i colossi del delivery hanno bisogno di circa 500 milioni l’anno per restare a galla”.

IPO? SI MA NON SUBITO

A fine febbraio la compagnia americana aveva, in via confidenziale, siglato tutti i documenti con la “US Security and Exchange Commission” l’equivalente a stelle e strisce della Consob, per la quotazione in borsa. Operazione successivamente congelata per lo scoppio della pandemia.

400 MILIONI PER 16 MILIARDI DI VALORE

Cambio di programma inaspettato e improvviso quindi, che ha costretto l’azienda a rivedere i propri piani finanziari, aprendo appunto un nuovo round di investimento da 400 milioni di dollari, che ha portato la quotazione dell’azienda a 16 miliardi.

All’operazione prenderanno parte i nuovi investitori Durable Capital Partners and Fidelity, oltre che gli investitori esistenti.

“DoorDash è consapevole che il mondo sta cambiando – ha affermato la compagnia in un comunicato stampa -. Abbiamo sempre delle responsabilità verso le comunità che serviamo ed è una faccenda che prendiamo seriamente, ogni giorno. Questo round ci supporterà nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi per aiutare le nostre filiali nel gestire le operazioni in questo nuovo scenario, continuare ad offrire ai nostri clienti un modo conveniente e sicuro per fare i loro ordini e garantire ai riders il proprio salario”.

NUOVE GHOST KITCHEN IN ARRIVO?

I nuovi prodotti e servizi è plausibile includeranno nuove ghost kitchen, dopo quella aperta con successo nella Silicon Valley, considerato che le dark kitchen si candidano ad essere le assolute protagoniste del post-covid.

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