Il fuori casa riparte, ma con lentezza

In base ai dati di The NPD Group, nelle prime due settimane dal termine del lockdown crescono i consumi degli italiani in bar e ristoranti, ma con molta cautela

La ripartenza c’è, ma con il freno a mano tirato. È quanto emerge dai dati settimanali sui consumi fuori casa di The NPD Group, società di consulenza che fornisce informazioni di mercato e soluzioni di business.

Nelle prime due settimane dopo il lockdown, infatti, la spesa degli italiani in bar e ristoranti è cresciuta di 20 punti, dopo che a marzo e aprile i consumi erano pressoché azzerati. Una dimostrazione del fatto che, nonostante le restrizioni, la voglia di tornare a concedersi un pasto, un drink o uno snack è ancora viva negli italiani.

CRESCE LA DOMANDA, MA MOLTI OPERATORI NON APRONO

Secondo NPD, le prime settimane dell’anno avevano fatto registrare consumi sopra la media grazie anche a un febbraio generoso da un punto di vista meteorologico. Il mercato si è fermato ovviamente nei mesi di marzo e aprile, per poi riprendere nelle ultime due settimane di maggio.

I consumatori, comunque, sono ancora cauti nei loro comportamenti, ma le rilevazioni sul sentiment effettuate durante la chiusura confermano una realtà: nell’ultima rilevazione di The NPD Group effettuata a inizio maggio, 3 intervistati su 4 dichiaravano di sentire la mancanza di bar e ristoranti, il 64% dichiarava che mangiare o bere fuori casa sarebbe stata una delle prima cose da fare dopo il lockdown e il 34% avrebbe consumato fuori casa entro le prime settimane.

«Il mercato del fuori casa ha subito una brusca battura di arresto – dichiara Matteo Figura, Direttore Foodservice Italia presso The NPD Group – e ancora a due settimane dalla fine delle restrizioni, molti ristoratori hanno deciso di non aprire i battenti. Alcuni hanno cambiato modello di business introducendo il delivery o l’asporto, altri fanno fatica ad adeguarsi alle misure restrittive richieste. Tuttavia i dati ci indicano che sul fronte della domanda c’è una crescente voglia di ritorno alle abitudini del fuori casa, seppur accettando modalità di consumo diverse rispetto a prima».

Quest’ultimo aspetto è confermato dalle rilevazioni di NPD, che mostrano come igiene e sicurezza siano condizione necessarie per la ripresa dei consumi fuori casa. L’80% dei consumatori italiani, infatti, dichiara che l’igiene dei ristoranti sarà più importante di prima, il 77% preferirà ristoranti che applicano regole severe per prevenire il contagio e il 75% dichiara che preferirà ristoranti che garantiscono la distanza sociale. Alla ripresa i consumatori preferiranno locali di fiducia e vicini alla propria comunità.

«Per quanto riguarda la ripresa bisogna guardare alle diverse occasioni di consumo – sottolinea Figura –. È verosimile che la spesa fuori casa sia relativa a consumi edonistici, ovvero concedersi qualcosa dopo una lunga attesa. Ci vorrà ancora del tempo prima che queste occasioni tornino a essere delle abitudini. Il consumatore sarà ancora cauto per un po’. Il mercato ripartirà dalle occasioni più funzionali legate al ritorno alla vita normale, come, per esempio, colazioni, pranzi durante le ore di lavoro o spuntini durante la giornata. Consumi fuori casa necessari facilmente fruibili con il take away o da soli in bar e ristoranti».

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