Manovra, Ubri sposa la causa del Pos

L'Unione dei brand della ristorazione esprime una “posizione controcorrente” rispetto a quella espressa da molti commercianti a sostegno dell'uso del contante. “Per chi ha buon senso è un falso problema”, dice il presidente Ferrieri
Manovra, Ubri sposa la causa del Pos

L’iter per l’approvazione della Legge di Bilancio è alle fasi finali (con lo scoglio degli oltre 3mila emendamenti già presentati) e, tra i punti più combattuti, c’è la questione legata all’uso di contanti. Ubri non fa mancare la sua opinione.

I PUNTI CONTESTATI

Il testo da votare in Parlamento prevede per prima cosa l’innalzamento del tetto dei pagamenti in contanti da due a cinquemila euro e a seguire l’innalzamento, dagli attuali 30 a 60 euro, della soglia al di sotto della quale gli esercenti possono rifiutare i pagamenti elettronici senza incorrere in sanzioni.
Una misura che fa discutere e che ha già visto emergere posizioni contrarie sia da parte della Corte dei Conti, dove si è evidenziato come le misure non siano “coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr” e ricordato che in realtà sulle micro-transazioni molti istituti bancari hanno azzerato i costi per i commercianti, sia dalla Banca d’Italia, il cui Dipartimento di economia e statistica ha rimarcato “l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.
Al contrario, tra i commercianti si moltiplicano le voci a favore della misura scelta dal governo Meloni ma il fronte non è compatto, come dimostra una nota di Ubri, l’Unione dei brand della ristorazione italiana, che si schiera a sostegno del pagamento elettronico.

UBRI: CON IL POST RISPARMIAMO

Vincenzo Ferrieri, presidente dell’associazione che rappresenta 70 imprese della ristorazione di brand (per oltre 20.000 addetti e 1500 location), esprime la posizione definita “del tutto controcorrente” rispetto a quella di molti commercianti italiani.

Sosteniamo il pagamento elettronico per motivi anzitutto economici”, evidenzia Ferrieri. “A fronte di un 1% di commissioni, risparmiamo costi ben più alti: quelli della persona che dovrebbe fermarsi, in ogni locale, per oltre un’ora dopo la chiusura, per il conteggio del contante, far quadrare la cassa, effettuare il versamento in Banca, il tutto in ore notturne notoriamente più costose, oltre a ciò è evidente il problema correlato di sicurezza e il tempo per la gestione della monete o banconote false”. E poi aggiunge: “Altra considerazione è che il Pos, velocizzando i pagamenti, permette di servire un maggior numero di clienti e quindi un più alto fatturato”. 

GESTORE ONESTO O DISONESTO

La conclusione di Ubri, che dalla sua nascita (nel 2020) si è distinta per diverse battaglie a tutela degli interessi della ristorazione, è un pieno sostegno alle forme di pagamento elettronico.

Da parte di un commerciante di buon senso e che sa fare i suoi conti ci pare quindi un falso problema. Altra cosa è per il gestore disonesto, che non fa scontrini, paga in modo scorretto i propri dipendenti o non li paga affatto per il lavoro straordinario di chiusura cassa”.

Del comitato direttivo di Ubri fanno parte, oltre al presidente Civita (Cioccolatitaliani), il vice Antonio Civita (Panino Giusto) e i consiglieri Danilo Gasparrini (Bun Burgers), Maria Luisa Castiglioni (Panini Durini), Tunde Pecsvari (Macha), Marta Volpi (Bowles & More), Lorenzo Vinazzani (La Piadineria), Fabrio Ionà (Baunilla), Gianmaria D’Angelo (Lievità), Nico Grammauta (Ci Sta), Domingo Iudice (Pescaria) e Matteo Pichi (Poke House).

© Riproduzione riservata