The World’s 50 Best Bars incorona un italiano

Si tratta del toscano Giacomo Giannotti, con il Paradiso di Barcellona. Dopo il terzo posto del 2021, lo speakeasy nella capitale catalana balza in testa alla classifica. Intervista al bartender protagonista del successo
The World’s 50 Best Bars incorona un italiano

È Barcellona il migliore bar del mondo. Nella capitale catalana – dove per la prima volta nella storia è stata trasferita la cerimonia di annuncio e premiazione dei The World’s 50 Best Bars – si è infatti scritto un pezzo di storia, che è anche e soprattutto una storia italiana. 

Si è infatti aggiudicato il primo posto Paradiso, il locale del toscano Giacomo Giannotti. Nascosto dietro la porta di un frigorifero in un negozio di pastrami, nel quartiere El Born di Barcellona, Paradiso è uno speakeasy che fonde creatività con professionalità e divertimento. 

In ambiziosa classifica ottimo anche il posizionamento dei locali italiani in Italia: il Drink Kong di Patrick Pistolesi a Roma è in 16. Posizione, il 1930 diretto da Flavio Angiolillo è al 35, Il Locale Firenze al 39 e L’Antiquario di Napoli al 46.

I migliori cocktail del mondo parlano italiano, anche quando si bevono all’estero – ha commentato Matteo Musacci, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – . È la conferma della straordinaria professionalità e dell’eccezionale capacità che abbiamo in Italia di formare personale qualificato, in grado di fare la differenza dei locali più prestigiosi del mondo. Un dato che, insieme alle ottime performance dei bar italiani, deve renderci orgogliosi, certo, ma soprattutto deve spingerci a valorizzare sempre di più questo mestiere che negli ultimi anni è stato svilito da una politica a tratti disattenta nei confronti del settore dei pubblici esercizi. Luoghi che devono essere vissuti sia come fucine di talenti nel mondo della ristorazione e del fuori casa, che come attrattori per un turismo di qualità”.

LA SCALATA DEL PODIO

Dopo il successo del 2021, quando il locale era sul terzo gradino del podio, “la scalata al primo posto è un punto di arrivo di eccezionale valore per tutto il team”, fanno sapere da Bercellona.

Questa vittoria consolida la già forte reputazione di Paradiso nel mondo della mixology: cocktail bar sempre all’avanguardia, dall’approccio creativo e innovativo, con dietro un importante lavoro di squadra che continua a sorprendere i clienti e non solo. Dietro al successo del locale – specificano dalla Catalogna – c’è tutto il team Paradiso, forte e coeso, giovane e affiatato.

È una grandissima emozione, ancora difficile da credere – commenta Giannotti -. Riesco solo a pensare a tutto il lavoro fatto in questi anni. Ho la fortuna di avere un grande team, di persone appassionate e che credono nel progetto Paradiso, ognuno con le sue qualità e la sua personalità. Siamo una grande famiglia e sono davvero grato di tutto”.

“Sono felicissima, molto orgogliosa di tutto il team. Abbiamo lavorato duramente in tutti questi anni e ora guardiamo avanti, senza fermarci e continuando a fare il lavoro fatto finora“, aggiunge Margarita Sader, partner di Giacomo nella vita e nel lavoro.

L’INTERVISTA

Nelle parole del bartender protagonista di questo successo c’è una grande consapevolezza sulle sfide professionali che stanno dietro il lavoro su spirits e mixology.

Giacomo, dopo il terzo posto nel 2021 ora arriva la consacrazione con il primato mondiale. È un’emozione più forte o ha solo scalato il podio?

È una grandissima emozione, ancora difficile da credere. Riesco solo a pensare a tutto il lavoro fatto in questi anni. Abbiamo iniziato Paradiso in 3 e ora siamo un team di 40 persone”. 

È cambiato qualcosa dallo scorso anno? È cresciuto ancora professionalmente?

Sono fedele al motto: non si smette mai di imparare”.

Da bartender italiano, oggi ha “casa” a Barcelona. Quanto conta questo? Le dà maggiore spinta, maggiore libertà? La posiziona in maniera diversa?

Barcellona è una città piena di vita, di colori e di opportunità. Mi reputo fortunato a vivere in questa città, anche se il mio cuore rimane italiano”. 

Nell’ultimo anno hai lavorato anche su nuovi progetti in Italia. Pensa ci sia una sorta di esterofilia per cui devi aver successo all’estero per esser rivalutato in patria?

Abbiamo più che altro lavorato a nuovi progetti a Barcellona. Paradiso Lab, un laboratorio di ricerca incentrato sulla sperimentazione e lo studio di tecniche nuove, volte a rivoluzionare il mondo della mixology, a due passi da Paradiso. E poi Monk, il nuovo cocktail bar stile speakeasy che ha aperto sempre nel quartiere del Born”.

Dal suo punto di vista il bartender è un artigiano (qualcuno potrebbe dire un artista) o un imprenditore di se stesso e del proprio locale?

Entrambi. Un bartender, soprattutto negli ultimi anni, deve essere creativo e riuscire a seguire i trend. La mixology è un’arte e il bartender è l’artista. Dall’altra parte siamo anche imprenditori, dobbiamo riuscire a mandare avanti i nostri locali e abbiamo responsabilità crescenti”.

Pur essendoci una identificazione forte con il locale in cui un bartender lavora, oggi avete sviluppato la vostra professionalità come “direttori creativi” nel firmare più progetti. La mixology segue gli schemi della moda?

La mixology per noi di Paradiso è un’arte. Cerchiamo sempre di stare al passo con i tempi, di essere innovativi e di seguire i trend. Se vogliamo possiamo dire ha qualcosa di simile al mondo della moda”. 

Quanto è persona-centrico e quanto è squadra il mondo della mixology?

Paradiso è una squadra a tutti gli effetti. Ho la fortuna di avere un grande team, di persone appassionate e che credono nel progetto Paradiso, ognuno con le sue qualità e la sua personalità. Siamo una grande famiglia e sono davvero grato di tutto”.

È sufficiente il bartender-superstar per spingere un locale oppure è essenziale l’integrazione con una gestione attenta e corretta?

Come detto, noi siamo una squadra. Abbiamo lavorato tutti insieme duramente in tutti questi anni e ora guardiamo avanti, senza fermarci e continuando a fare il lavoro fatto finora. Ognuno fa il suo, e lo fa nel migliore dei modi”. 

Quanto è replicabile il lavoro della “direzione creativa”? Ci sono similitudini con il mondo degli chef che aprono più ristoranti?

Sì, tutto è in sinergia. creatività, studio, ricerca, passione”. 

Come vede la figura del bartender oggi – in Europa/mondo e in Italia?

Mi ha fatto piacere sapere che nella list dei The world’s 50 best bar 2022 ci siano sempre più new entry e sempre più bar provenienti da tutto il mondo. La mixology non è più solo Londra e New York. I bartender sono sempre più in sinergia uno con l’altro, si scambiano informazioni, consigli, pareri. Non farei una distinzione tra le varie parti del mondo. È un settore bellissimo in cui tutti fanno la loro parte”.

Ha nuovi progetti in cantiere?

Come accennato, abbiamo il Paradiso Lab, il Monk e la Barcelona Cocktail Experience, la prima vera e più grande manifestazione sulla mixology di Barcellona, la prima edizione è statA proprio nel 2022”.

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