Dalla filiera corta ai menù per il delivery: cinque trend per il 2022

La pandemia continua a riscrivere le priorità del fuori casa. Dall'analisi di Soplaya emerge la necessità di una cucina sempre più sostenibile e tecnologica
Dalla filiera corta ai menù per il delivery: cinque trend per il 2022

Filiera sempre più breve. Talvolta letteralmente a “km0”, riscoperta d’ingredienti poveri e dimenticati, attenta verso la riduzione degli sprechi e consolidamento della delivery e della tecnologia.
Filiera corta di menù per la delivery, non solo verso il consumatore finale, ma anche come canale di approvvigionamento per il ristorante stesso. 

Gli ultimi due anni hanno messo a dura prova il settore Horeca, ma hanno anche portato alla nascita di nuove tendenze: la start up Soplaya, servizio che mette in contatto più di 300 produttori e artigiani con oltre 1.800 ristoranti clienti, ha anticipato i trend che più caratterizzeranno le cucine dei ristoranti nel 2022.  

FILIERA PIÙ CORTA E INGREDIENTI PIÙ LOCAL

Vuoi per i rinnovati gusti dei consumatori, che si stanno riavvicinando a una cucina legata al territorio, vuoi per le contingenze (anche logistiche) legate alla pandemia, gli chef stanno sempre più reintroducendo nei propri menù ingredienti locally made.

Negli ultimi sei mesi, per ogni ordine effettuato da uno chef o da un ristorante attraverso la nostra piattaforma, il 50% dei prodotti selezionati proveniva da piccoli produttori vicini geograficamente alle location dei ristoranti; moltissimi, addirittura, sono presidi Slow food“, spiega Tommaso Terenziani, Farm manager di Soplaya. “Le ragioni sono diverse: in primis, offrire ai clienti prodotti locali a cui difficilmente si riesce ad avere accesso a livello individuale, unito al semplice desiderio di accorciare la filiera, per avere un miglior controllo sull’ingrediente e ottenere un maggiore legame con il territorio”.

LARGO AGLI INGREDIENTI “POVERI”

Può un prodotto povero e sottovalutato diventare un ingrediente ‘gourmet’?
Soplaya assicura di sì: “Negli ultimi 12 mesi abbiamo visto aumentare l’interesse di chef e ristoratori verso ingredienti sottovalutati, dimenticati, o, in generale, ‘poveri’: il pesce, ad esempio, è cresciuto del 136% grazie all’attenzione riservata a specie “dimenticate” come la lampuga, la mormora o specialità locali come ghiozzo e garusoli. Anche alcuni ingredienti nell’area ortofrutta stanno letteralmente esplodendo, portando la categoria al +49% sul fresco e al +45% sulla cosiddetta “quarta gamma”, che, se unita alla qualità della materia prima e a una logistica che la preserva, diventa davvero una risorsa per gli chef “, spiega Gian Carlo Cesarin di Soplaya. “Oltre a permettere una migliore gestione del food cost, l’utilizzo d’ingredienti ‘poveri’ o ‘dimenticati’ garantisce anche un’alta differenziazione dei menù”.

MENÙ SOSTENIBILI E STOP AGLI SPRECHI

La sostenibilità ambientale è sempre più centrale nell’agenda dei singoli consumatori. Di conseguenza anche ristoranti e chef si stanno adeguando, coniugandola a una rinnovata sensibilità per la sostenibilità anche economica. Da un lato, infatti, sempre più chef richiedono prodotti tracciati e allenano creatività e innovazione per usare gli ingredienti nella loro interezza. Dall’altro lato, cambia il modo di gestire ordini e magazzini: “Rispetto al passato, osserviamo la tendenza a fare ordini più piccoli, ma più frequenti: gli chef che ordinano ogni giorno, sfruttando i progressi fatti grazie a tecnologia e logistica, riescono a tenere sotto controllo la shelf life dei prodotti e limitare gli sprechi anche del 30%.”

IL DELIVERY CONQUISTA LA SUA “LINEA”

Il delivery, dall’essere un canale “contingente”, diventa a tutti gli effetti un core business per molti ristoranti, che si stanno attrezzando dedicando alle consegne a domicilio e all’asporto un menù a sé stante, una linea dedicata e, a volte, anche la specializzazione di alcuni membri della brigata. I piatti destinati alla consegna, infatti, sempre più spesso seguono processi di ricettazione e cottura completamente diversi, in modo da mantenere la qualità intatta anche dopo il tragitto

LE CUCINE DIVENTANO TECNOLOGICHE

Il 2022 sarà l’anno chiave per la digitalizzazione delle cucine: se il 2020 ha visto chef e ristoratori avvicinarsi timidamente alla tecnologia (il 33% di aziende della ristorazione aveva dichiarato di aver investito solo il 5% del budget per l’introduzione di strumenti tecnologici), il 2021 ha rappresentato un’accelerata e il 2022 sarà l’anno della definitiva svolta tecnologica anche per gli chef e le loro brigate.

Soplaya nel 2021 è cresciuta del +50% in termini di adozione della nostra tecnologia da parte degli chef italiani, grazie anche al lancio di un’app che permette agli chef di semplificare di molto la loro routine, monitorando gli ordini ricorrenti e il food cost“, spiega Mauro Germani di Soplaya. “Creiamo valore attraverso l’interazione tra tecnologia e logistica, che semplifica la gestione degli acquisti con la garanzia di una consegna del fresco o freschissimo entro 12-48 ore. Il ristoratore può ordinare su un’unica piattaforma, riprendendo il controllo di costi e assortimento, e, grazie ai nostri hub e alla nostra flotta di mezzi, ricevere puntualmente tutti i prodotti in un’unica consegna tutti i giorni.”

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