Fipe lancia la Carta dei valori della ristorazione

In occasione dell'annuale assemblea della Federazione italiana pubblici esercizi, il presidente Stoppani ha presentato l'iniziativa per rilanciare la filiera agroalimentare
Fipe lancia la Carta dei valori della ristorazione

Una Carta dei valori della ristorazione, ideata da Fipe per rilanciare la filiera agroalimentare; un tavolo di coordinamento che funga da regia per il raccordo e l’integrazione tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione. E interventi di breve periodo, a partire dalla decontribuzione dei salari a tempo determinato, o almeno fino al termine della crisi pandemica, fino alla revisione del decreto Flussi, indispensabile per il reperimento di manodopera. Strumenti necessari per sperare di poter guardare al futuro con ottimismo, nonostante lo spauracchio dell’inflazione e della ripresa dei contagi.

ROAD MAP PER VALORIZZARE LE ECCELLENZE

Sono questi i temi salienti toccati nel corso della tradizionale assemblea annuale di Fipe, aperta dal presidente Lino Enrico Stoppani, alla presenza del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia e del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli. Un appuntamento al termine del quale i rappresentanti di Fipe, Confagricoltura, Coldiretti, Unione Italiana Food, oltre a Siae per il ruolo della musica nei pubblici esercizi, hanno firmato la Carta dei Valori della ristorazione italiana, curata da Davide Rampello, che contiene le linee di azione per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche italiane.

La Carta nasce dall’esigenza, condivisa da tutti i partecipanti all’assemblea, di un patto di filiera tra ristoratori, produttori e agricoltori, simbolo di un appello alla politica, rinnovato più volte all’interno della relazione con la quale il presidente Stoppani ha aperto i lavori.

Serve unsoggetto che svolga una funzione di regia” – ha detto – “in grado di fare un vero lavoro di raccordo e integrazione di filiera, tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, anche per favorire il nostro export”. 

DAL RINNOVO DEL CONTRATTO ALLA DECONTRIBUZIONE

Un tavolo di coordinamento indispensabile in una fase di ripartenza di un settore che vuole tornare a essere trainante, superando alcuni gap strutturali che non consentono di sfruttare a pieno le grandi potenzialità.

Il settore presenta due principali problemi: produttività e attrattività. Se a questi aggiungiamo l’incertezza delle prospettive post Covid e le distorsioni create da generose politiche di sussidio” – ha spiegato Stoppani – “sono spiegate le difficoltà di reperimento di risorse umane adeguate e l’emorragia di competenze”. 

Il rinnovo del contratto nazionale di categoria, in scadenza il 31 dicembre, sarà un passaggio decisivo per affrontare questo problema, ma parallelamente sono necessari interventi di breve periodo. Dalla decontribuzione dei salari a tempo determinato o almeno fino alla fine della crisi pandemica, alla revisione del decreto Flussi, indispensabile per il reperimento di quella manodopera necessaria a svolgere le mansioni per le quali non si trovano persone disponibili tra i nostri connazionali.

GLI SPAURACCHI INFLAZIONE E CONTAGI

Il lavoro principale, tuttavia, è quello di ricostruire la fiducia in un comparto che per guardare al futuro sa di dover investire anche sulla digitalizzazione e sullo sviluppo di servizi sostenibili. Strumento strategico per facilitare questa trasformazione 4.0 saranno i bandi contenuti nel Pnrr riservati alle imprese del turismo, primi tra tutti quelli sull’ammodernamento e sull’efficientamento energetico. Una quota di questi fondi potrà essere richiesta anche dai pubblici esercizi, come assicurato dal ministro del Turismo, Garavaglia.

All’orizzonte, rimangono tuttavia due spauracchi: l’inflazione e la risalita dei contagi. “Le nostre imprese” – ha spiegato Stoppani – “segnalano forti tensioni sui prezzi di acquisto delle materie prime e in taluni casi difficoltà di approvvigionamento ed è pertanto necessario un attento presidio da parte del Governo proprio per contrastare eventuali fenomeni speculativi”.

Mentre sul fronte della risalita dei contagi, il presidente ha ribadito l’assoluta fiducia nel vaccino come argine a ogni nuova ipotesi di chiusura, anche parziale, dei pubblici esercizi e ha lanciato un appello alla responsabilità a chi da mesi manifesta ogni settimana, contro il Green pass, infrangendo regole e aggiungendo rischi pericolosi.  “A forza di proteste senza regole si rischia di condannare la lotta contro il virus all’irresolubilità“.

Tra i firmatari della Carta dei valori Massimo Giansanti, presidente di Confagricoltura, David Granieri, vice presidente Coldiretti, Marco Lavazza, presidente di Unione italiana Food, Giulio Rapetti, in arte, Mogol, presidente Siae e, oltre a Stoppani, Sangalli e al ministro Garavaglia.

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