Fipe e ICE insieme per valorizzare la ristorazione italiana all’estero

Non solo un fenomeno di costume, ma uno straordinario driver di sviluppo economico e culturale dalle potenzialità ancora inespresse
Fipe e ICE insieme per valorizzare la ristorazione italiana all’estero

Massimiliano Alajmo, Silvia Baracchi, Herbert Hintner, Claudio Sadler e Giuseppe Santoro saranno i testimonial di un progetto di valorizzazione della ristorazione italiana all’estero voluto da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (organismo attraverso cui il governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri) e Fipe-Confcommercio.

Gli chef stellati saranno protagonisti in Francia, Stati Uniti, Germania, Russia e Inghilterra, di attività promozionali grazie alle quali potranno raccontare l’arte di trasformare prodotti italiani di eccellenza, espressione del territorio e delle tradizioni regionali. Il progetto, presentato in occasione di Host 2021 e destinato a crescere e svilupparsi negli anni, è stato reso necessario dalla constatazione che il tema dell’italian sounding non è esclusivamente appannaggio del prodotto, ma riguarda anche, e con numeri notevolissimi, la ristorazione.

“SOLO” 2 MILA I LOCALI CERTIFICATI ALL’ESTERO

Dati Fipe ci mostrano come siano 2.218 i locali italiani all’estero certificati secondo un preciso schema disciplinare e monitorati da una commissione di verifica, per un totale di 91 milioni di clienti all’anno, distribuiti in 60 Paesi. Davvero una goccia nel mare rispetto alle centinaia di migliaia di insegne “so called italian” che di italiano non hanno nulla, né prodotti, né chef e spesso nemmeno un menu scritto correttamente, e che rappresentano un danno enorme per le nostre aziende e per l’export, soprattutto a fronte della grande voglia di mangiare italiano riscontrata del mondo.

La cucina, infatti, è la seconda ragione – dopo la cultura – che spinge i turisti a venire nel nostro Paese, la prima per gli statunitensi e tra chi sceglie di tornare in Italia una seconda volta. “Ad oggi, per valorizzare la cucina italiana nel mondo siamo riusciti a fare poco, se non iniziative isolate, è mancata una regia istituzionale“, sottolinea il presidente Lino Enrico Stoppani. “Per questo siamo felici di collaborare con ICE: speriamo che possa partire da qui un processo virtuoso che favorisca le imprese e le nostre esportazioni“. 

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