Disegnare una nuova ospitalità

A Host Milano riflessioni sul futuro del design nell’Horeca al seminario “Design Talks: Ospitalità: il futuro dell’accoglienza”. Tecnologia, funzionalità e inediti concetti di esperienzialità e spazio tra le nuove sfide
Disegnare una nuova ospitalità

La pandemia ha lanciato al settore dell’ospitalità nuove sfide – dai vincoli sanitari ai mutamenti comportamentali e relazionali, fino alle criticità tecnologiche con l’applicazione del digitale – ma ha anche generato opportunità per disegnare processi di innovazione a patto di cogliere e interpretare i trend emergenti. Allo stesso modo le strutture dell’accoglienza, sia esistenti e sia di nuova concezione, sono chiamate ad acquisire nuovi format e identità di servizio, nelle differenti location e contesti e in relazione alle nuove esigenze di un pubblico vario e diverso dalle tradizionali categorie di riferimento.

Sul ruolo del design nel processo di evoluzione del comparto ha riflettuto il seminario “Design Talks: Ospitalità: il futuro dell’accoglienza”, primo di sette incontri in occasione di HostMilano, in collaborazione con POLI.design.

REPLICABILITÀ E NUOVA ESPERIENZIALITÀ

Le crisi hanno anche il merito di produrre una ricombinazione degli elementi in gioco, innescare innovazioni“, ha detto Matteo Ingaramo, amministratore delegato di POLI.design. “Il paradigma dell’accoglienza presuppone che il cliente sia al centro di tutto, ma l’ospitalità del futuro ha il dovere di applicare modelli sostenibili. Scalabilità, replicabilità del business oggi devono essere coniugate con esigenze nuove e una richiesta di servizi sempre più “sartoriali”“. Un punto questo nel quale un grande ruolo di facilitatore può essere giocato dalla tecnologia. “La crisi ci ha fatto vivere questo corto circuito tra reale e virtuale, in cui il digitale ha compiuto un balzo enorme“, ha aggiunto Francesco Scullica, professore ordinario di design del Politecnico di Milano. “In un comparto come quello dell’hotellerie, storicamente all’avanguardia e tra i primi ad esempio a dotarsi di ascensori, riscaldamenti centralizzati o luce elettrica, le tecnologie Ict o Iot (internet of things, ndr) diventano un elemento strategico per rispondere meglio e più rapidamente alle esigenze di cambiamento di un pubblico sempre più esigente e dai bisogni eterogenei“.

IBRIDAZIONE FUNZIONALE E ORIGINALITÀ

Il nuovo scenario dell’ospitalità, in cui “il viaggio non è più elemento di decompressione ma parte integrante della quotidianità e del lavoro”, si sta confrontando con una serie di nuovi format e ha innescato un processo di “ibridazione funzionale”: progettare delle strutture “ibride”, ma anche gestirle implica un notevole livello di competenze e sensibilità da acquisire o da implementare a livelli e ruoli diversi. Spazi, arredi e soluzioni di design che guardano a esempi internazionali per coniugare funzionalità e qualità dell’interior design sono diventati parte caratterizzante di Planetaria Hotels. “Nelle grandi catene dell’ospitalità la standardizzazione è riconoscibilità ma anche appiattimento dell’esperienza” – ha spiegato il direttore generale Damiano De Crescenzo – “piccoli dettagli, elementi originali, soluzioni inedite possono fare la differenza. Sposare una logica smart aggiunge valore esperienziale specie nel contesto attuale fatto di trend in profondo mutamento“. 

LAVORO DISLOCATO ED ESTROVERSIONE DELLO SPAZIO

Di macrotendenze misurate nell’ottica del lungo periodo ha parlato Antonia Zanardini, Ceo di Contract Network srl. “La prima riguarda il lavoro. Si è passati da un impiego dematerializzato a una logica di lavoro dislocato che ha portato a un long stay nelle strutture di accoglienza e a una profonda commistione di viaggio leisure e business. La risposta progettuale è il successo di student hotel o di catene come gli Zoku hotel olandesi con spazi dedicati al lavoro nelle aree comuni o nella propria camera. Il secondo trend riguarda il rapporto con la natura: il lockdown ha instillato nella testa delle persone un nuovo bisogno riappropriazione dello spazio esterno. Nell’accoglienza il design ha risposto passando da spazi in cui il “verde” era protagonista dell’indoor a soluzioni per mettere l’ospite in contatto con l’outdoor. Un’estroversione dello spazio fatta di vetrate, balconi, terrazzi, aree ristorante e camere immerse e comunicanti con la natura circostante“.

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