Variante Delta, il 60% degli americani cambia abitudini al ristorante

Ricerca della National Restaurant Association: il 19% degli intervistati ha smesso di frequentare i locali, il 9% ha cancellato prenotazioni, il 37% preferisce ordinare in take away. E tra i giovani il livello di attenzione è più alto
Variante Delta, il 60% degli americani cambia abitudini al ristorante

Mentre i casi di variante Delta di Covid-19 continuano a salire, stando a una ricerca condotta dalla National Restaurant Association su un campione di mille persone, sei adulti su 10 negli Stati Uniti hanno dichiarato di aver cambiato le proprie abitudini di frequentazione dei ristoranti. Ne parla Julie Littman su Restaurant Dive: il 19% degli intervistati ha completamente smesso di andare nei locali, mentre il 9% ha cancellato prenotazioni già effettuate nelle ultime settimane; il 37% ha preferito ordinare a domicilio o in take away, mentre un altro 19% ha scelto di mangiare all’esterno, piuttosto che all’interno.

GAP GENERAZIONALE NELLA PERCEZIONE DEL RISCHIO

Interessante l’analisi della tipologia di consumatore che esprime maggiore preoccupazione, con Millennials e Generazione Z in testa: per il 25% del panel è l’obbligo di indossare la mascherina a rappresentare un incentivo a frequentare un ristorante, mentre per il 43% questa imposizione non farebbe cambiare idea o cancellare una prenotazione. Anche la richiesta di esibire il pass vaccinale al ristorante è vista positivamente dal 33% del campione e non comporterebbe cambi di abitudine o intenzione per il 35%. Tra i meno inclini a mutare le proprie abitudini ci sono invece i Baby boomers, ovvero gli over 65 e i repubblicani. Si evidenzia quindi un vero e proprio gap generazionale sia nella percezione del rischio di contrarre il virus, sia nella propensione a rispettare le norme di protezione personale e distanziamento sociale. 

INDICE DI FIDUCIA DEI CLIENTI IN CALO

Per gli operatori del settore ristorazione, il dato più preoccupante che emerge dall’analisi del comportamento dei consumatori è la crescente diminuzione di fiducia nei confronti dei ristoranti: il 64% dei rispondenti a una survey dell’istituto di ricerca Eagle Hill Consulting rivela che si sente più sicuro e protetto nel luogo di lavoro che al ristorante. Ma, paradossalmente, più i ristoranti impongono regolamentazioni e meno vengono apprezzati dai clienti, in particolare più anziani o residenti nelle aree rurali: il 32% del campione dichiara che non frequenta volentieri un locale che imponga di indossare la mascherina e la stessa percentuale esclude di tornare in un ristorante che richieda un pass vaccinale.

AUMENTANO FEEDBACK NEGATIVI E CANCELLAZIONI

Per un settore che ha il ‘tutto esaurito ogni sera’ come unica opzione per riprendersi da quasi due anni a singhiozzo, queste intenzioni dichiarate dei clienti sono molto preoccupanti“, ha dichiarato Sean Kennedy, vicepresidente di NRA. “Il crescente calo di fiducia dei consumatori rende sempre più difficile per i ristoratori mantenere la già delicata stabilità finanziaria“. Questi risultati mostrano quanto sia diventato difficile per i ristoranti riuscire a intercettare i clienti a causa delle preoccupazioni relative al Covid-19: un terzo degli abituali frequentatori dichiara, in un modo o nell’altro, di avere più preoccupazioni di un tempo nel frequentare un locale e molti sono i feedback negativi e le cancellazioni ricevute da gestori che hanno dovuto imporre la presenza del pass vaccinale, per lo meno per consumare i pasti all’interno delle strutture. 

IL SALVAGENTE DEL RESTAURANT REVITALIZATION FUND

Citando questi dati, la National Restaurant Association ha presentato una lettera al Congresso in cui si evidenzia la necessità di rifinanziare il Restaurant Revitalization Fund a cui hanno chiesto di accedere 177 mila operatori, per un ammontare stimato di oltre 43 miliardi di dollari. “L’aumento delle varianti di coronavirus come quella Delta minaccia di spingere questi ristoranti più vicini alla chiusura permanente“, ha aggiunto Kennedy. “L’RRF ha dimostrato la sua efficacia, salvando ristoranti, lavoratori e fornitori. I risicati guadagni che la nostra industria ha realizzato e il cammino verso la sicurezza finanziaria rischiano di essere spazzati via“.

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