Rider, sul contratto la partita è ancora aperta

Mentre Just Eat avvia le prime assunzioni sul modello Scoober, per Deliveroo arrivano nuove grane dalle denunce dei fattorini. E il quadro giudiziario è sempre più complesso
Rider, sul contratto la partita è ancora aperta

Rider, delivery. Rider, delivery e ancora rider, delivery. Non passa giorno senza che ci sia qualche notizia interessante sull’universo food delivery e sui suoi attori principali, piattaforme e fattorini.

Parliamo di un settore che ha concentrato praticamente la metà di tutti gli investimenti effettuati nel foodtech negli ultimi 10 anni. Non a caso nelle ultime settimane ci sono stati altri due importanti annunci in campo finanziario, con il round E da 530 milioni di dollari chiuso da Wolt alcuni giorni dopo il round H da 180 milioni di dollari di Deliveroo.

Ed è proprio Deliveroo ad aver concentrato le maggiori attenzioni della stampa italiana.

LA DENUNCIA DEI RIDER

Mentre Just Eat ha avviato le prime assunzioni sul modello Scoober, un’altra notizia, questa volta decisamente di altro tenore, ha animato quella che potrebbe ormai definirsi la “querelle rider”.

Dopo la condanna del tribunale di Bologna all’algoritmo di Deliveroo, considerato discriminatorio, un’altra tegola rischia di abbattersi sul gigante del food delivery.

La Repubblica giorni fa ha pubblicato un articolo nel quale spiega come il costo a consegna per un rider sarebbe sensibilmente diminuito. La testata riporta  “Non chiamateci rider, ormai siamo diventati i nuovi schiavi: il nostro compenso a parità di tempo e distanza è diminuito e per una consegna che un anno fa valeva 4,50 euro adesso ne prendiamo 3,77 lorde”. La denuncia ha immediatamente attivato la Cgil che ha organizzato un sit in di protesta. “Non si sa“, spiega Elio Sabbatini, rider 30enne , “non si può quantificare. E per questo chiediamo una interlocuzione sull’algoritmo. Tengo a precisare che non abbiamo ricevuto mail dall’azienda a cui chiediamo soluzioni condivise“.

UNA SITUAZIONE CONTROVERSA

Alcuni giorni prima, sempre Deliveroo era stata al centro delle cronache giudiziarie. Il tribunale di Firenze aveva infatti rigettato il ricorso per condotta anti-sindacale presentato dalla Nidil Cgil contro il gigante delle consegne a domicilio.

Ciò che potrebbe apparire come una vittoria per Deliveroo però, fa notare il Fatto Quotidiano. “È l’esatto contrario: il ricorso è stato rigettato perché mancano gli elementi per definire la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro dei rider”, ha affermato al quotidiano Ilaria Lani della Nidil Cgil di Firenze.

Una situazione alquanto complessa e controversa, di tenore prettamente giudiziario, nella quale noi di Food Service ci esimiamo dall’esprimere giudizi.

METTI LO PSICOLOGO IN UFFICIO

Si intitola così un post di Matteo Sarzana, nel quale il general manager Italia di Deliveroo, introduce un articolo del portale “Dire” nel quale si loda l’iniziativa dell’azienda di introdurre il supporto psicologico per i dipendenti.

Verrebbe quasi da chiedersi, a quando uno sportello di ascolto per i rider? 

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