50 Best Bars: vince il Connaught Bar, il cocktail bar di Londra che parla italiano

Un team tutto italiano è a capo del locale londinese premiato come migliore al mondo. L’Italia non eccelle, ma nemmeno delude, con due rappresentanti nei primi 50 e una duplice new entry nei primi 100
50 Best Bars: vince il Connaught Bar, il cocktail bar di Londra che parla italiano

Non c’è molta Italia nelle prime posizioni della classifica dei migliori bar al mondo. Ma c’è parecchia Italia dietro i cocktail bar più apprezzati a livello planetario. Innanzitutto perché, in questo dimenticabile anno 2020, a trionfare nella prestigiosa competizione del The World’s 50 Best Bars è stato l’acclamato Connaught Bar, vera e propria mecca del bere miscelato. Situato a Londra nell’elegante quartiere di Mayfair, il locale è capitanato da un team italiano. Il suo direttore (che ricordiamo trovarsi all’interno dell’omonimo hotel 5 stelle) è il comasco Agostino Perrone, l’head mixologist parla pisano ed è incarnato da Giorgio Bargiani, mentre Maura Milia, giovane millennial sarda, ha assunto dallo scorso febbraio il ruolo di bar manager, a compimento di una carriera in ascesa, costruita in primis lavorando, sempre a Londra, in ristoranti e bar di primo piano.

La medaglia d’oro al collo del Connaught non sorprende troppo gli addetti ai lavori. Lo scorso anno e nel precedente 2018, il locale aveva sfiorato il gradino più alto del podio della 50 Best Bars, classificandosi in entrambe le occasioni al secondo posto della competizione indetta, a partire dal 2009, dal gruppo editoriale britannico William Reed Business Media. ‘’In questi ultimi mesi tutti insieme abbiamo lavorato duro, sviluppando quell’importante ed essenziale senso di unità all’interno del nostro team – ha dichiarato Agostino Perrone sul proprio profilo Facebook –. L’impegno al servizio dell’industria dell’ospitalità e dei nostri amati clienti, rappresenta da 12 anni il driver della nostra attività e lo è stato, in particolare, negli ultimi 18 mesi. Accogliamo questo importante riconoscimento lanciando un messaggio di ottimismo a tutto il mondo dei bar’’. Perrone, per la cronaca, fa parte fin dall’inizio del team di Bartender.it, la società che organizza in Italia eventi dedicati alla mixability, tra cui il Gin Day, quest’anno andato in scena in forma itinerante a causa del Covid.

Alle spalle del bar albionico, troviamo un altro italiano ma solo di nome, ovvero Dante, un must per i cocktail lover illuminato dalle mille luci di New York, nonché detentore del premio 2019 e che quindi, a malincuore, ha dovuto cedere la corona a Perrone e soci. Ha poi positivamente sorpreso la scelta dei giudici di attribuire al Clumsies di Atene la medaglia di bronzo, andando a ribadire il ruolo internazionale sempre più importante che svolge oggi la miscelazione greca.

Scorrendo la classifica dei cinquanta migliori cocktail bar, si segnalano altre location gestite da connazionali. All’undicesimo posto, infatti, si è classificato il Maybe Sammy. Qui per saperne di più, se vi trovate in Italia, è necessario atterrare dall’altra parte del mondo, ossia a Sydney dove a inizio 2019 ha preso forma e sostanza questo cocktail bar gestito dal bergamasco Stefano Catino che ha fatto dell’elogio dell’ospitalità il suo marchio di fabbrica, come confermato dal fatto di essersi aggiudicato il premio Hospitality di questa edizione dei 50 Best Bars. Si parla italiano anche al Paradiso di Barcellona, pure creazione di Giacomo Giannotti capace di edificare uno speakeasy in chiave catalana e gocce di italianità.

Dicevamo all’inizio dei locali nostrani. Il bilancio non può definirsi esaltante, ma tutto sommato la situazione non appare così deludente. Chi è riuscito a fare meglio di tutti è il 1930 di Milano, secret bar capitanato al bancone dall’eclettico bar manager Benjamin Cavagna, classificatosi al 25esimo posto. Sempre nella top 50, è poi riuscito a infilarsi anche il romano Drink Kong che ha chiuso al 45esimo posto. Nonostante la giovane età, avendo aperto i battenti solo dal 2018, il locale capitolino, di proprietà dell’affermato mixologist Patrick Pistolesi, lo scorso anno e riuscito a classificarsi all’82esimo posto, riuscendo quindi, in questa ultima edizione, a compiere un notevole balzo in avanti. Saprà fare di meglio nel 2021? In molti sono pronti a scommetterci.

Allargando il ranking ai primi 100, si annoverano due nuovi ingressi italiani: lo storico Freni e Frizioni (del quale quest’anno si sono festeggiati i 15 anni di attività, ndr) occupa l’87esima posizione, ossia tre posizioni meglio del milanese Officina. Rispetto al 2019, sono invece usciti dalla graduatoria centenaria due location molto note a Roma, il Jerry Thomas Project e Baccano, a cui si aggiunge quella milanese del Notthingham Forest del guru della mixology Dario Comini.

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