Flavio Angiolillo risponde alla crisi rilevando il Caffè della Pusterla

L’imprenditore aggiunge un nuovo locale alla sua attività. Una scelta per operare su più fronti, rendere meno affollati i suoi locali (e mantenere il distanziamento sociale tra i clienti), nonché permettere ai suoi dipendenti di conservare il posto di lavoro
Flavio Angiolillo risponde alla crisi rilevando il Caffè della Pusterla

È vero che chi tace acconsente, ma spesso il silenzio rimane fine a sé stesso e altrettanto spesso favorisce l’immobilismo. Meglio quindi agire, scuotere, fare rumore e lanciare messaggi incoraggianti al mercato Horeca, attualmente in difficoltà. Messaggi che consistono nel reagire investendo e non permettendo alla crisi di paralizzare lo sviluppo di ogni forma di business. A fare sentire la sua voce è dunque Flavio Angiolillo, da una decina di anni tra i più attivi protagonisti del fuori casa milanese e già proprietario di tre cocktail bar (Mag, 1930, Backdoor43) e un ristorante (Iter).

LA QUINTA APERTURA

Attento osservatore del settore dell’ospitality, Angiolillo appena ha colto l’occasione l’ha sfruttata. Una quinta freccia infatti si è aggiunta al suo arco con l’acquisizione, sempre a Milano, del Caffè della Pusterla in Via De Amicis al 22. Un locale nato 25 anni fa a pochi passi di distanza dalle Colonne di San Lorenzo, a ridosso dei Navigli e zona nevralgica della nightlife meneghina. Quasi subito questo bar si è ritagliato i favori di un pubblico amante di arte, cultura e dell’amichevole chiaccherata tranquilla al tavolino, senza schiamazzi intorno a sé tanto per intenderci. Insomma, una sorta di èlite pseudo-intellettuale in salsa meneghina in cerca di tranquillità. Salsa resa amara e indigesta dall’avvento del Covid, che ha spogliato il locale dei necessari ricavi per sopravvivere. Il lockdown è stato vissuto male dai proprietari che, considerando anche la forte competizione che regna in questo quartiere di Milano affollato di ristoranti e bar di ogni tipo, hanno deciso di non rinnovare il contratto di affitto. Al loro posto è dunque subentrato Angiolillo e la sua società. Insieme ai soci, l’imprenditore di origine francese si è assicurato una location di 300 metri quadri di superfice con giardino. Ne è stato leggermente rivisto il layout, mantenendo lo stile caratterizzato da un’allure vintage.

IL NUOVO MAG-LA PUSTERLA

L’intera operazione ha portato dunque all’inaugurazione del nuovo bar chiamato Mag-La Pusterla, il cui sipario si è alzato lo scorso 13 settembre. Il format proposto? Decisamente stravolto rispetto a quello precedente. Si può ora parlare di una sorta di prêt à manger arricchito da saporiti cocktail proposti in pairing. Il team, come dicevamo, appartiene alla scuderia Angiolillo: in cucina troviamo Vincenzo Mignuolo, chef di Iter, al bancone a dirigere le operazioni è il barman Francesco Bonazzi. Curiosità supplementare legata al bere miscelato: il locale propone 4 cocktail alla spina, a cui se ne aggiunge uno speciale preparato dai mixologist del Jerry Thomas, noto speakeasy di Roma. Sono, invece, 21 i vini presenti in lista (equamente divisi tra rossi, bianchi e bollicine), con tre birre artigianali a completare l’offerta.

‘’L’intero progetto del Mag La Pusterla è figlio del Covid – spiega Flavio Angiolillo al nostro sito –. Con le normative anti contagio che impongono un limite l’affluenza di cliente nei miei locali, ho ritenuto necessario acquisire uno nuovo, quasi a ‘sparpagliare’ in un altro bar i clienti affezionati alla nostra cucina e drink e non deludere nessuno. Inoltre, con questo progetto garantisco ai miei dipendenti di conservare il loro posto di lavoro, altrimenti sarei stato obbligato a licenziarli visto che, da quando sono in vigore le disposizioni contro il coronavirus, l’impegno richiesto al personale di ogni locale è, in generale, diminuito’’.

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