Uber Eats vuole Grubhub, matrimonio d’interesse

La app di Uber ha lanciato un'offerta sulla concorrente americana Grubhub per creare il big Usa del food delivery nel settore più sconvolto dalla pandemia
Uber Eats vuole Grubhub, matrimonio d’interesse

A fine ottobre del 2019 Grubhub, la prima della classe negli Stati Uniti nel mondo dell’online food delivery, aveva detto ai propri azionisti di non attendersi più crescite spettacolari da questo business. La festa, insomma, era finita per gli amministratori della società di Chicago, e anche in Borsa i titoli in borsa erano crollati del 40% in un giorno. D’ora in poi sviluppare il business in modo redditizio sarebbe stato più complicato. E in effetti il primo trimestre del 2020 si è chiuso per la società con una perdita netta di oltre 33 milioni di dollari nonostante la crescita dei ricavi del 12%, fino a toccare i 363 milioni e un incremento degli utenti attivi del 24 per cento. La fortissima concorrenza nel settore in America rende sempre più costoso (per le consegne, il marketing) generare aumenti di ricavi e il risultato piomba in rosso. Ma nel frattempo il mondo sembra essere totalmente cambiato e una pandemia virale, che ha sconvolto gli stili di vita in tutto il globo, ha reso il servizio di consegne a casa finanche indispensabile in tempi di quarantena forzata.

UBER + GRUBHUB VALE IL 55% DEL MERCATO USA

In questo contesto, come ha anticipato il Wall Street Journal, Uber Technologies – che opera nello stesso mercato con la piattaforma Uber Eats, presente anche in Italia – ha lanciato un’offerta per acquisire proprio Grubhub tramite uno scambio azionario che sarebbe stato fissato, al momento, in 1,9 azioni dell’acquirente per ogni azione della “preda”, valorizzandola circa sei miliardi di dollari. Le azioni di Grubhub sono schizzate in Borsa di quasi il 30% quando la notizia dei colloqui è stata resa nota, per poi ripiegare nei giorni successivi, ma al momento non si sa nulla di più circa lo stato delle contrattazioni, se non che i vertici della società di Chicago avrebbero chiesto 2,15 azioni Uber per ogni Grubhub. Le trattative sono ancora serrate e chissà quale sarà l’esito. Nel caso fosse positivo si verrebbe a creare un gigante del food delivery forte del 55% del mercato Usa e presenza internazionale grazie alla rete costruita da Uber Eats, ben presente anche nel nostro Paese com’è noto.

TANTE LE DIFFICOLTÀ DI QUESTA UNIONE

Il finale della storia di questo possibile matrimonio è ancora tutto da scrivere, ma l’offerta di Uber su Grubhub non fa che rafforzare il trend di concentrazione mondiale in questa industria, che dopo il matrimonio tutto europeo tra Just Eat e Takeaway.com, dopo l’entrata nel capitale di Deliveroo da parte di Amazon, adesso potrebbe vedere questo maxi deal americano. In tutti i casi il comune denominatore è quello di recuperare marginalità in un mercato che, nonostante le crescite imponenti, fatica a restituire a questi big quanto è stato investito in fase di start up. Chi come Just Eat e Grubhub era già profittevole ha visto assottigliarsi molto i margini e chi come Deliveroo e Uber Eats, che non riescono a trovare la profittabilità operativa, rischia di peggiorare. Nel primo trimestre del 2020 Uber Eats ha infatti postato un margine operativo lordo (ebitda) negativo per 313 milioni di dollari (invariato sul 2019) nonostante la crescita dei suoi ricavi di oltre il 50% e queste grandezze danno l’idea della difficoltà di far quadrare i conti. Grubhub ha ebitda positivo e questo servirebbe a Uber per mitigare le sue perdite, ma non sarà semplice. In molti mercati locali la somma dei due player creerebbe un quasi monopolio e potrebbe on essere accettato dall’Antitrust. Inoltre, città come New York hanno chiesto a queste piattaforme di calmierare entro il 15-20% la fee sugli ordini consegnati contro il 30% circa cui sono arrivati, per evitare speculazioni ai danni dei consumatori e dei ristoratori partners proprio nel momento del bisogno. Insomma, la strada verso questo matrimonio non è semplice, in un mercato dove i ristoratori alle prese con le prescrizioni anti Covid hanno sempre più bisogno di delivery, dove i rider chiedono maggiori tutele e dove le società stanno cercando la dimensione corretta per sopravvivere.

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