P.L.T.: la risposta di McDonald’s all’Impossible Whopper

Il colosso degli archi dorati sta conducendo i primi test in Canada prima del lancio su larga scala della propria versione del Beyond Burger, il P.L.T.
P.L.T.: la risposta di McDonald’s all’Impossible Whopper

D’altronde, era solo una questione di tempo. Per quanto ancora il leader mondiale dei fast-food sarebbe stato a guardare il suo primo concorrente guadagnare popolarità e fette di mercato grazie all’Impossible Whopper?

Analizzando la questione in termini prettamente commerciali, la collaborazione tra McDonald’s e Beyond Meat può essere letta come la normale evoluzione del mercato, dopo il patto siglato tra Burger King e Impossible Foods.

Se le ultime due iniziativi intraprese dal gigante degli hamburger, la robotizzazione in cucina e l’acquisizione di Apprente dimostrano l’assoluta volontà di innovare nel campo dei processi, sono poi le innovazioni di prodotto forse a garantire maggiore visibilità e appeal verso il pubblico.

Ecco allora il P.L.T.

P.L.T.:  UN ACRONIMO PER SFIDARE L’IMPOSSIBLE WHOPPER

Gli americani si sa, vanno matti per le sigle e gli acronimi, e la prima catena statunitense per fatturato non fa ovviamente eccezione.

In questo caso, dietro l’apparente semplicità di una sigla è racchiuso un messaggio abbastanza esaustivo: Plant, Lettuce, Tomato: è un hamburger ma vi sono solo ingredienti a base vegetale.

Dal 30 Settembre il PLT sarà in vendita per 12 settimane in 28 ristoranti della catena nell’Ontario sud-occidentale al prezzo di 6,49 dollari canadesi, circa 5$, quindi 2$ in più dell’Impossible Whopper ma parliamo comunque di due nazioni diverse.

“McDonald’s possiede orgogliosamente una lunga tradizione di cibi deliziosi, appetitosi e piacevoli” afferma nel comunicato stampa Ann Wahlgren, Vice Presidente della Global Menu Strategy di McDonald’s, “E’ da tempo che stiamo lavorando su questa ricetta e ora siamo pronti a ricevere il feedback dei nostri clienti”

Seppur in ritardo quindi rispetto non solo ai competitor, ma all’andamento generale del mercato, anche McDonald’s entra nel mercato del plant-based burger, e tale entrata non poteva che essere fragorosa.

Seppur inizialmente la diffusione sarà limitata ad un’area del Canada, non sarà così circoscritta per molto.

“Durante questo test, continua la Wahlgren, saremo entusiasti nel sapere cosa ne pensano i nostri clienti del P.L.T., per aiutarci a capire meglio cosa è meglio per i nostri clienti, a livello globale. Il test ci permetterà inoltre di saperne di più sulle implicazioni nel mondo reale derivate dal servire il P.L.T., incluso l’andamento della domanda e l’impatto sulle operazioni dei ristoranti.

Presto i due eterni rivali combatteranno nuovamente ad armi pari.

Antonio Iannone

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