Come aumentare le vendite nella ristorazione? Strategie dagli USA

NPD Group, leader mondiale delle ricerche di mercato, ha indicato quali sono i 3 punti sui quali la ristorazione deve puntare per incrementare le vendite

Le previsioni per le vendite nel fuori casa relative al 2019 non sono pessime né catastrofiche, ma piuttosto… piatte.

La società leader mondiale delle ricerche di mercato NPD Group, con sede a Long Island, stima infatti per la fine del prossimo anno la stessa affluenza media nei ristoranti avuta nel 2018.

Lo società indica come le grandi catene continueranno a puntare sul valore del brand, mentre le realtà emergenti e le piccole catene saranno quelle che maggiormente si affideranno all’innovazione e all’esperienza utente. NPD stima che tra il 2018 e il 2021 le grandi catene e ristoranti tradizionali aumenteranno la spesa tra il 3,6 e il 3,8% mentre le piccole realtà incrementeranno tale voce del 5,3%.

In quali campi però concentrare la spesa per avere la massima resa in termini di vendite e quindi di ROI? Ecco le 3 strategie per la ristorazione consigliate da NDP:

Meal Kit

Pare che tale soluzione, una sorta di “fuori casa ma a casa” sia la ristorazione del futuro. Meal kit da ordinare via internet o ritirare al punto vendita per poi sbizzarrirsi a casa. La catena Chick-fil-A ha sperimentato con discreto successo nei suoi ristoranti di Atlanta il suo “Mealtime Kit”; una scatola con ingredienti pre-porzionati per comporre poi il sandwich a casa.

Considerazione personale e quindi opinabile: nutro forti dubbi sull’impiego di tale soluzione in Italia, dove chi sa e vuole cucinare non ricorre al meal kit mentre chi non sa e non vuole cucinare va al fast-food per consumare in loco.

Digitale

Tra le 3 strategie per aumentare le vendite non poteva mancare il ricorso alla tecnologia. La ristorazione infatti sta divenendo sempre più digitale e tale trend, sempre secondo NDP è destinato ovviamente ad aumentare nei prossimi anni. Gli ordini online, che attualmente rappresentano il 5% delle vendite, aumenteranno del 22% entro il 2020, quando rappresenteranno l’8% degli ordini totali.

NPD indica come una grande spinta innovativa verrà data dai cosiddetti “ristoranti virtuali” e “cucine fantasma”, società e strutture che preparano pasti destinati esclusivamente al delivery: niente sala, niente arredi, niente maître e camerieri, solo cuochi e riders.

Esattamente ciò che sta facendo la startup newyorkese Green Summit Group, che dal 2017 ha “aperto” ben 9 ristoranti virtuali operando in una singola cucina a Chicago, dove prepara pasti da consegnare tramite Grubhub.

O come la compagnia di food delivery Doordash, che negli ultimi anni ha aperto diverse “ghost kitchens” destinate alla preparazione di cibi da affidare poi ai propri riders.

Esperienza Utente

Il consumatore medio del fuori casa, al pari del consumatore finale nella GDO, non si accontenta più del prodotto buono e conveniente. Vuole di più. Il consumatore moderno vuole ascoltare ciò che il prodotto ha da dire. Vuole un maggior coinvolgimento. Vuola una maggior esperienza utente.

In tal senso, i cosiddetti “kitchen tables”, tavoli posizionati in mezzo alla cucina, prerogativa di alcuni ristoranti stellati, possono essere considerati come l’esperienza utente portata ai massimi livelli, quindi perchè non provare a replicarli anche in strutture più “comuni”?

La catena di casual dining “The Meatball Shop” organizza ogni lunedì sera nel suo ristorante del West Village a New York, la serata denominata “Naked Book Club” nel quale assaggiare il piatto signature della catena, le “naked meatballs” discutendo in compagnia del fondatore della catena, mr. Geoff Bartakovics.

Meal-Kits, digitale e esperienza utente, le 3 strategie da adottare per un 2019 all’insegna della crescita.

di Antonio Iannone

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