
L’Italia continua a fare progressi sul fronte dei pagamenti digitali, ma il percorso verso una reale sostenibilità economica per gli esercenti è ancora lungo. Lo sottolinea FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, commentando i dati diffusi oggi da Banca d’Italia sull’impatto sociale dei sistemi di pagamento nel nostro Paese.
Secondo lo studio, nel 2023 il costo complessivo delle transazioni monetarie è risultato in leggero calo, grazie alla crescente diffusione dei pagamenti elettronici, che oggi rappresentano il 38,4% delle operazioni totali (su circa 26 miliardi di transazioni). Un trend positivo, ma che non cancella alcune criticità segnalate da FIPE.
La prima riguarda il ritardo dell’Italia rispetto agli standard europei: nel nostro Paese, infatti, il numero di transazioni elettroniche per abitante è inferiore alla media UE, mentre il valore medio di ogni operazione è più elevato. In secondo luogo, per gli esercenti il costo unitario di una transazione in contanti (0,23 euro) resta inferiore rispetto a quello delle carte di pagamento (0,28 euro). A ciò si aggiunge un altro fattore di preoccupazione: la progressiva riduzione dell’uso delle carte di debito, come il pagobancomat, che hanno costi di commissione più contenuti rispetto alle carte di credito.
Per Aldo Mario Cursano, Vice Presidente Vicario di FIPE-Confcommercio, i dati diffusi dalla Banca d’Italia confermano la necessità di intervenire: “I risultati emersi dall’indagine evidenziano come sia necessario proseguire sulla strada della crescente riduzione dei costi delle transazioni, fino ad azzerare quelli sui micropagamenti, che penalizzano pesantemente le imprese, in particolar modo quelle di piccole dimensioni. Si tratta di un’azione che potrà far bene anche alla diffusione dei pagamenti digitali, perché il maggior numero di transazioni che le persone fanno ogni giorno riguarda proprio le piccole spese”.
FIPE sottolinea infine la necessità di una maggiore trasparenza e comparabilità dei costi applicati dai vari circuiti, per permettere alle imprese, soprattutto quelle più piccole, di compiere scelte più consapevoli.