
Più che un’apertura di capitale, quella conclusa tra Paolo Piacentini e Michela Reginato, fondatori di Cocciuto e Sberla, ed Eleonora Carfagna, avvocato romano e imprenditrice della ristorazione con Spazio Niko Romito a Roma, è un’intesa che ha dato vita a una holding, denominata Amicafoods, con interessanti sviluppi a partire dalla capitale per i brand già avviati su Milano. “Una scelta dettata da una conoscenza professionale che si è trasformata in amicizia”, racconta Piacentini a Food Service.
I piani di sviluppo
L’esigenza di rafforzare la compagine societaria era già emersa per Cocciuto, in vista di possibili nuove aperture anche al di fuori di Milano, dove il format di ristorazione è presente con cinque locali. “Avevamo raccolto i segnali di disponibilità da parte di fondi di investimento – racconta il fondatore ed esperto di sviluppo format (tra cui Marghe, sempre a Milano) – ma non eravamo convinti perché temevamo un possibile rallentamento e l’emergere di difficoltà nel caso in cui gli investitori non avessero la nostra stessa visione. Con Eleonora, l’intesa è stata totale perché i suoi obiettivi erano gli stessi. Così è entrata in società come rappresentante di un gruppo finanziario e industriale. A questo punto siamo pronti per intraprendere un piano di sviluppo che prevede, come punto di partenza, una copertura interessante su Roma”. Oltre ai possibili sviluppi capitolini di Cocciuto e del format di smashed burger Sberla (due punti vendita già attivi su Milano e altri due in apertura questo mese), c’è la trattativa ben avviata per acquisire un brand legato all’hamburger e presente a Roma con alcuni locali, che anche per questioni scaramantiche non viene al momento svelato. “A piccoli passi inizieremo questa nuova avventura partendo da un perimetro di cinque locali a marchio Cocciuto, quattro a marchio Sberla e il ristorante Spazio Niko Romito a Roma”, sottolinea Piacentini.
Ampi spazi per cocciuto
Il brand ammiraglia è chiaramente Cocciuto, che a fine 2024 dovrebbe aver raggiunto un giro d’affari di 6 milioni di euro. Il format ideato da Piacentini e Reginato, con un focus sull’alta qualità trasversale, è difficile da inquadrare nelle categorie tradizionali perché è una pizzeria, è un ristorante di alta qualità, ma anche e soprattutto un locale la cui forza si basa sull’orario continuato dalla prima colazione con parametri qualitativi da hotel a cinque stelle fino a tarda sera. “Cocciuto è un brand che parla una lingua internazionale e ci piacerebbe svilupparlo non solo in Italia, ma anche all’estero. La nostra convinzione è rafforzata dai riscontri positivi che arrivano dal turismo internazionale presente a Milano”, precisa Piacentini.
Sberla da ghost a retail
La storia di Sberla inizia due anni dopo quella di Cocciuto, nel 2020, in pieno lockdown. “Avevamo la necessità – racconta Piacentini – di intercettare il business della delivery, ma la pizza non era il prodotto giusto per ragioni di conservazione e trasporto. Di conseguenza, ci siamo dedicati allo smashed burger che iniziava a fare breccia nel mercato e abbiamo aperto una ghost kitchen. Ogni punto vendita fattura mediamente un milione di euro. La particolarità è che il 68% dell’incasso deriva dall’organico, e si tratta di una quota esattamente speculare a quella dei potenziali concorrenti che per due terzi dipendono dalla delivery”.
I trend del futuro
Ci sono nuovi ambiti dove Amicafoods intende far breccia? Piacentini sta studiando la situazione ma non esiste una strada spianata. “Negli ultimi 15-18 mesi non è cambiato nulla in ambito ristorazione. Le uniche novità emerse sono legate all’annullamento del sushi, che si è letteralmente sgretolato. Anche lo smashed burger, oggi in auge, prima o poi imploderà su se stesso e il business sarà destinato quanto meno a stabilizzarsi. È capitato in precedenza per il gelato, per il pokè e per la pizza, che oggi sta provando vie diverse come quella della croccantezza, che a mio avviso non può funzionare”.
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