Packaging e delivery: quale futuro?

Le ultime iniziativa lanciate oltreoceano da Uber Eats e Starbucks indicano come la via della sostenibilità sia ancora lunga e irta di ostacoli
Packaging e delivery: quale futuro?

Una delle maggiori critiche mosse a quelli che possono definirsi i nuovi modelli di consumo è senza dubbio l’impatto ambientale derivato dall’enorme quantità di rifiuti generati dal packaging degli alimenti. Un costo nascosto sul quale sarebbe necessaria più di una riflessione. Tema che riguarda ovviamente anche il comparto horeca, come dimostrano due iniziative lanciate recentemente negli Stati Uniti da due colossi della ristorazione.

Contenitori riutilizzabili per Uber Eats

Uber Eats ha recentemente ufficializzato infatti una collaborazione DeliverZero, azienda che ha sviluppato una rete per l’utilizzo di contenitori riutilizzabili. La prima iniziativa consiste in un progetto pilota nella città di New York per ordinare appunto in contenitori riutilizzabili in oltre 80 ristoranti della Grande Mela. I clienti possono ordinare come di consueto tramite l’app mobile o online e pagare una commissione di $ 1 per aggiungere imballaggi riutilizzabili al loro ordine. DeliverZero invierà ai clienti un messaggio di testo con le istruzioni per restituire i contenitori riutilizzabili a un negozio partecipante o programmare un ritiro DeliverZero senza costi aggiuntivi.

Questo è il primo progetto pilota di riutilizzo di Uber Eats negli Stati Uniti, ma iniziative simili sono previste a livello globale. Da segnalare che a inizio aprile, Uber Eats ha lanciato un programma di consegna di cibo in contenitori riutilizzabili a Londra con il partner Again.

Starbucks su e giù

Restando in tema packaging, Starbucks nel 2022 ha raggiunto l’obiettivo di avere almeno il 20% di contenuto riciclato nei suoi bicchieri e sta registrando un aumento della quantità di materiali riutilizzabili, riciclabili o compostabili, secondo il rapporto sulla sostenibilità fiscale 2022 dell’azienda pubblicato alcuni giorni fa.

Dopo aver ritirato l’obiettivo di raggiungere il 100% di bicchieri compostabili e riciclabili, l’azienda americana di specialty coffee ha lanciato una tazza calda “più sostenibile” realizzata con meno carta e meno rivestimento in plastica. “Gli impianti di riciclaggio in alcune parti del paese hanno una capacità limitata di elaborare prodotti di carta patinata e questo crea difficoltà per i centri di riciclaggio nell’ avere accesso ai mercati per i loro materiali riciclabili”, secondo un portavoce dell’azienda.

In tale frangente, merita sicuramente una menzione la startup italiana Aroundrs, che, similmente a DeliverZero, ha sviluppato un imballaggio riutilizzabile per il delivery a disposizione di ristoranti, aziende e consumatori.

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