Chipotle e Kitchen United: alleanza “virtual”

La catena americana specializzata in cucina messicana ha lanciato un nuovo virtual brand appoggiandosi a una dark kitchen della startup Kitchen United
Chipotle e Kitchen United: alleanza “virtual”

Dagli investimenti al metaverso, passando per il personale e la tecnologia, sicuramente Chipotle può considerarsi tra i brand più attivi oltreoceano. E per non farsi mancar nulla ha deciso di lanciare anche un virtual brand.

Test pilota

Farmesa Fresh Eatery, questo il nome del nuovo brand con cui Chipotle permetterà di comporre bowl personalizzate, in stile poké, disponibili esclusivamente per l’asporto e il ritiro. Per il primo test pilota, il format ha scelto la Kitchen United Mix di Santa Monica, in California, propedeutica al lancio su larga scala previsto per marzo.

Come riportato da RestaurantDive, il test pilota servirà ad effettuare il setup e verificare l’operatività e capire se Farmesa Fresh Eatery sarà un nuovo concept tout-court o piuttosto un virtual brand. Nate Lawton, vicepresidente new ventures di Chipotle, ha affermato che la struttura di Kitchen United Mix offrirà la possibilità di testare rapidamente il feedback dei consumatori rispetto al nuovo marchio. La collaborazione con le piattaforme per il ritiro e la consegna consentirà inoltre al marchio di raggiungere un gran numero di consumatori.

Nuova linfa per le dark kitchen

Il comparto delle dark kitchen è stato indubbiamente tra i grandi vincitori della pandemia, e dopo una flessione ciclica,  è ora in una fase di rinnovamento. Il test di Chipotle, tuttavia, ci offre tuttavia un’interessante chiave di lettura, ovvero come le dark, ghost e cloud kitchen possano venir utilizzate per testare nuovi prodotti e nuovi mercati.

Nelle ultime settimane è balzata agli onori delle cronache la startup romana Food Brands Factory, che offre virtual brand “chiavi in mano” agli operatori della ristorazione. Nel nostro paese va forte anche Kuiri, non a caso scelta due anni fa da Rossopomodoro come partner per coprire un’area di Milano senza la presenza di store fisici.

In definitiva, dark kitchen forse un po’ in flessione, ma sempre vive.

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