CIRFOOD, il cibo è un “atto politico”

Il CIRFOOD District ha aperto le porte per discutere di sicurezza alimentare. Infatti, a livello globale produciamo cibo per ben oltre 8 miliardi di individui, ma i malnutriti sfiorano quota 900 milioni
CIRFOOD, il cibo è un “atto politico”

Dal nuovo hub innovazione Cirfood il messaggio è forte e chiaro: occorre un cambiamento, ora. Si è aperto così il dibattito “Il cibo è un atto politico. Da Expo 2015 alla sovranità alimentare: le nuove sfide in Italia e nel mondo” promosso dall’azienda leader nella ristorazione collettiva e che ha visto come speaker Maurizio Martina, Vicedirettore Generale FAO, Carlo Petrini, Fondatore Slow Food, Chiara Nasi, Presidente CirFoode, nel ruolo di moderatrice, Guendalina Graffigna, Professore Ordinario di Psicologia dei consumi e della salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. 

Un momento di confronto che si è svolto qualche tempo dopo l’annuncio di un altro evento, questa volta di portata globale. Nel 2022 il Pianeta ha infatti registrato il più alto numero di abitanti (staccando il pass degli 8 miliardi) e si trova a dover far fronte a nuove epocali sfide. Prima fra tutte, quella della sicurezza alimentare, intesa come accessibilità democratica al cibo.

La società odierna è in continua evoluzione, tuttavia, sul fronte della salute e del benessere c’è ancora molto da fare. Trovare nuovi equilibri, innovazioni capaci di migliorare la produzione e il consumo nel rispetto della terra e della salute delle persone deve essere l’obiettivo di governi, imprese e cittadini per gli anni a venire per garantire democrazia e crescita di prospettiva” ha commentato Nasi, in apertura del tavolo di confronto. 

NUOVI PARADIGMI

Martina individua nelle “Tre C” – Covid-19, conflitti e clima – i fattori più impattanti per la tenuta del tessuto socio-economico globale. Ma come costruire un nuovo equilibrio? Secondo Petrini, la classe politica internazionale non sta rispondendo con forza alle necessità crescenti di ambiente, persone e sostenibilità economica, con risultati tangibili, anche nel nostro Paese. Per questo motivo, dal palco del CirFood District, il fondatore di Slowfood lancia un accorato appello alla consapevolezza individuale, invitando i singoli cittadini a seguire semplici accorgimenti: ridurre il consumo di proteine animali e di cibi ultra-processati, diminuire lo spreco alimentare e l’uso di imballaggi plastici monouso e preferire il cibo locale e stagionale. 

IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA 

Le imprese, i governi e i cittadini sono quindi chiamati a ridare il giusto valore al cibo e alle tante scelte private e comuni che quotidianamente vengono messe in atto.
In questo contesto, suggerisce Martina “il ruolo della ristorazione collettiva è decisivo: la formazione, le esperienze private d’impresa, le attività legate alla comunità sono fondamentali per educare i cittadini. Il capitale umano e la sua responsabilità rappresentano di fatto il motore del cambiamento”. 

A chiudere l’evento, le parole del fondatore di Slow Food: “Ben vengano progetti come quello del CirFood District; oggi c’è un gran bisogno di stringere alleanze e fare fronte comune nella promozione di una vera e duratura sostenibilità alimentare”. 

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