Fipe, più liquidità per il caro bollette

Luciano Sbraga, Vice direttore generale della Federazione italiana pubblici esercizi, ha sottolineato la necessità di garantire la liquidità per pagare le bollette e vigilare sulla speculazione
Fipe, più liquidità per il caro bollette

Il grido d’allarme è partito da Luciano Sbraga, Vice direttore generale Fipe-Confcommercio, nel corso dell’audizione davanti ad ARERA, l’agenzia che si occupa di regolare il mercato dell’energia a livello nazionale: “Nel 2022 i conti dei pubblici esercizi sono in rosso per pagare le bollette. Senza una vigilanza attiva da parte dell’Autorità di regolazione per Energia, Ambiente e Reti sui fornitori, le misure adottate per mitigare gli effetti del caro bollette rischiano di essere inefficaci”.

UN MACIGNO CHE INCOMBE SUI PUBBLICI ESERCIZI

Un allarme che nasce da un’analisi dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio: quest’anno, bar e ristoranti spenderanno circa 9 miliardi di euro per il pagamento delle bollette, 6 miliardi di euro in più rispetto al 2021. In pratica, mediamente ciascun bar sarà costretto a far fronte a una spesa di 16mila euro per luce e gas a fronte dei 5,5mila euro di un anno fa. Discorso analogo per i ristoranti che in media spenderanno 34mila euro, rispetto agli 11mila del 2021.

“Questa stangata – ha spiegato Sbraga – arriva dopo due anni di forte contrazione dei consumi che ha messo a dura prova la tenuta del settore. La chiusura di 40mila imprese e la cancellazione di 200mila posti di lavoro sono lì a testimoniarlo”.

L’incidenza del costo dell’energia peserà sul conto economico quasi 3 volte più che nel 2021. Secondo una simulazione dell’Ufficio Studi, infatti, se un anno fa le bollette incidevano per il 4,6% sui ricavi di un esercizio medio, quest’anno l’incidenza salirà al 13,3 per cento.

LA RICHIESTA AD ARERA

A fronte di questa situazione, Fipe-Confcommercio ha chiesto ad ARERA di vigilare affinché i fornitori mettano tempestivamente a disposizione delle imprese le informazioni necessarie per utilizzare i crediti d’imposta introdotti dal governo Draghi e confermati dall’esecutivo Meloni.

“La scadenza del 16 marzo 2023 per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’importo di credito maturato nel 2022, pena la decadenza dal diritto alla fruizione dei crediti stessi, appare eccessivamente penalizzante – ha dichiarato Sbraga –. La procedura di calcolo non sempre è agevolesempre le società fornitrici danno le informazioni tempestivamente. È altrettanto indispensabile che ARERA svolga una costante azione di monitoraggio, vigilanza e controllo affinché le società fornitrici si astengano dal porre in essere comportamenti aggressivi utilizzando a proprio vantaggio le asimmetrie informative che caratterizzano il sistema energetico, ad esempio contravvenendo (o eludendo) la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e del gas di cui all’art. 3 del D.L. Aiuti-bis o chiedano garanzie fideiussorie e anticipi insostenibili”.

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