Fipe: la ripresa estiva non basta, a rischio chiusura 30mila aziende

Archiviata l’estate con il turismo che ha dato importanti segnali di ripresa, il settore della ristorazione si ritrova ad affrontare l’ennesimo autunno caldo, con 30mila imprese a rischio chiusura e la conseguente perdita di almeno 130mila posti di lavoro
Fipe: la ripresa estiva non basta, a rischio chiusura 30mila aziende

A gravare sul comparto dell’out of home, i costi dell’energia e delle materie prime fuori controllo, il pesante ritorno dell’inflazione, oltre allo scenario internazionale di guerra e allo spettro di nuove varianti Covid.

A lanciare l’ennesimo grido di allarme, nell’assemblea annuale che si è tenuta ieri a Roma, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, per bocca del suo presidente, Lino Stoppani. Nel corso dell’Assemblea, intitolata “Oltre la crisi, i pubblici esercizi alla ricerca di modelli sostenibili” hanno preso la parola anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il Presidente della Conferenza delle Regioni nonché Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il neo Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che di fatto ha chiuso i lavori.

Il discorso di Stoppani si è rivolto in primis al mondo della politica, a cui chiede risposte concrete, a partire dal tema del caro energia da affrontare con soluzioni sia di breve che di lungo periodo: “Un settore come il nostro, uscito dall’emergenza in gravissime condizioni, va sostenuto con provvedimenti emergenziali di rafforzamento e di estensione temporale dei crediti d’imposta sui costi energetici, la rateizzazione delle bollette e nuovi interventi di sostegno alla liquidità delle imprese, anche con gli strumenti di garanzia pubblica. Inoltre va definito un Piano energetico nazionale che preveda la diversificazione delle fonti e dei fornitori, con l’implementazione di un Recovery Fund Energetico” europeo, capace di correggere anche il perverso meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia”.

Stoppani ha poi toccato un altro tema cardine, il lavoro. “Sono necessarie politiche attive in grado di riqualificare, innovare e investire sulle competenze, vecchie e nuove, e percorsi di orientamento per i giovani verso percorsi formativi e scolastici in grado di dare prospettive occupazionali, contrastando anche il dumping contrattuale che interessa il settore. Senza dimenticare il riordino delle norme che regolano il mercato, per dare corpo al principio stesso mercato, stesse regole”.

Infine, politiche di rigenerazione urbana “che vedano i pubblici esercizi come una risorsa e non come un problema, valorizzando i dehors come parte di un nuovo progetto di spazio pubblico finalizzato a rendere le città più belle, più attrattive e più sicure”.

Nella seconda parte del proprio discorso, Stoppani si è rivolto direttamente alle imprese, indicando nella riorganizzazione dei processi, in un’ottica di ammodernamento, efficientamento e sostenibilità, la strada maestra da percorrere.

È in momenti come questo che diviene tanto più necessario intervenire sui processi, sulla logistica, sugli orari e i tempi di servizio, sulla organizzazione e gestione del personale, sulla determinazione dei prezzi, e sull’implementazione di nuovi servizi. Nessuno, se non noi stessi, possiamo risolvere il problema della bassa marginalità, che a sua volta nasce dalla difficoltà di associare il prezzo al valore dell’offerta impedendo di trasferire correttamente sui listini le dinamiche dei costi e le legittime aspettative di profitto”.

LO SCENARIO

Ad ottobre 2022, risultavano in attività circa di 314mila imprese di ristorazione. La forte crescita delle chiusure e il rallentamento delle iscrizioni hanno determinato, nel terzo trimestre, un saldo di -3.493 unità. Nei primi nove mesi di quest’anno il saldo tra aperture e chiusure si è attestato a -10.951 imprese, come risultato della differenza tra 7.928 iscrizioni e 18.249 cessazioni, il 27,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Guardando invece al biennio 2020/2021, le chiusure hanno toccato complessivamente la soglia delle 45mila unità. Altra grande criticità è rappresentata dagli alti tassi di mortalità delle imprese che toccano, nell’arco temporale di appena un biennio, circa il 30%, con una accentuazione nel comparto del catering e banqueting dove la mortalità è anche superiore. (Fonte: elaborazione c.s. Fipe su dati Infocamere).

Parallelamente, sono poco meno di 139mila le assunzioni programmate dalle imprese per il trimestre ottobre-dicembre 2022. Le previsioni di assunzione mostrano una flessione del 9% nel confronto tra il mese di ottobre con quello di settembre, mentre cresce al 56% la quota di assunzioni che le imprese giudicano difficili da realizzare: un valore superiore di 9 punti percentuali rispetto a un anno fa (Fonte: Sistema Informativo Excelsior).

Nel complesso, le stime per il 2022 indicano una spesa per consumi finali a prezzi correnti pari a circa 77,3 miliardi di euro, ancora lontana dagli 85,5 del 2019. (Fonte: elaborazione C.S Fipe su dati Istat)

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