Champagne, storica fusione tra Nicolas Feuillatte e CRVC

L’acquisizione cambia volto al mondo della cooperazione. Nasce un colosso che punta a 24,5 milioni di bottiglie e 300 milioni di fatturato in cinque anni
Champagne, storica fusione tra Nicolas Feuillatte e CRVC

Nasce un colosso cooperativo dello champagne, che mette in rete 6 mila produttori e quasi 3 mila ettari di terreno in tutta la denominazione (il 9% circa della superficie dei vigneti champenois), per 20 milioni di bottiglie e 287 milioni di ricavi attesi nel 2022.

La fusione per acquisizione tra il Centre Vinicole-Champagne Nicolas Feuillatte e la Coopérative Régionale des Vins de Champagne (750 produttori e 23 cooperative aderenti), approvata dalle due assemblee generali straordinarie il 15 dicembre ed esecutiva dal 31, ha fatto notizia Oltralpe. 

FATTURATO DA 300 MILIONI

Il neonato gruppo – per il quale è stata scelta la denominazione Terroirs & Vignerons de Champagne – si presenta sul mercato con un potenziale di produzione di 24,5 milioni di bottiglie (pari al 5% del mercato champagne in volumi) e l’obiettivo dichiarato è il traguardo dei 300 milioni di euro di fatturato in cinque anni.

Ha, dunque, l’ambizione di diventare uno dei tre maggiori operatori in champagne e di rappresentare un’alternativa al Négoce, a cui aderiscono le maison private, anche se il direttore generale Christophe Juarez precisa che si mira “a una coesistenza del meglio dei due mondi, la Cooperazione e il Négoce“. 

Una specifica che riguarda in particolare la Maison Abelé 1757, di recente acquisizione. “Siamo estremamente attenti a preservare il suo stato particolare di Négociant all’interno del gruppo“, sottolinea. “La Maison continuerà a essere gestita indipendentemente, con la sua missione di massima espressione di lusso artigianale e uno statuto da négociant, la sua rete di rivenditori, la sua vocazione ultra premium e uno Chef de Caves accreditato“.

RIPENSAMENTO DEL MODELLO COOPERATIVO

Terroirs & Vignerons de Champagne si pone comunque come perno di un ripensamento del modello cooperativo. La fusione “favorisce la concentrazione degli attori champenois” – preannunciano i due presidenti Véronique Blin (CV-CNF) e Emmanuel Comyn (CRVC) – “e accompagna la ristrutturazione del modello cooperativo. Reagisce alla spirale verso il basso delle vendite registrate a partire dall’ultima crisi del settore nel 2008 e alla perdita di 40 milioni di bottiglie sul mercato francese“.

La cooperazione viene dunque identificata come un’opportunità. “I nostri Chefs de Caves” – specifica Juarez – “garantiranno le identità di ogni maison, affermando il posizionamento “lusso accessibile” di Nicolas Feuillatte, costruendo il posizionamento di Castelnau, sviluppando l’asse delle prestazioni e dei partenariati privilegiati“.

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