Vini e spumanti, fine anno col botto

Ottimo recupero sul 2020, con una previsione di acquisti superiore tra il 14 il 17%. Resta ampia la forbice col pre-Covid. Preoccupano le incertezza legate al nuovo aumento di contagi
Vini e spumanti, fine anno col botto

Prenotazioni fuori casa in forte rilancio fino a fine novembre, ma tensione per le possibili disdette dietro l’angolo. In questo contesto anche i consumi dell’Horeca sono suscettibili alle misure sicurezza e al ruolo dell’informazione, in Italia come nel resto d’Europa.

Eppure, “l’Horeca aveva ripreso alla grande in Italia e all’estero: ordini e consumi di vino e bollicine in forte crescita fino a metà novembre“, sottolinea Giampietro Comolli, presidente Ovse-Osservatorio Economico Vini e Spumanti, struttura attiva dal 1991 fondata all’università Cattolica di Piacenza. Ora, tuttavia, qualche incognita torna ad addensarsi all’orizzonte

FORTE RECUPERO SUL 2020

In Italia, in ogni caso, a fine anno gli acquisti di cibo e bevande si annunciano in ottimo recupero sul 2020. Ovse stima un maggiore volume di acquisti sul 2020 tra il 14 e il 17% di vini e spumanti, in particolare per consumi in casa e regali, mentre il fuori casa sembra si assesti su un +9/11%. Non si arriva ai volumi del 2019, ma i valori crescono.

È un periodo di consumi-acquisti concentrati: circa il 37-40% del totale annuo va in regali, feste, brindisi. Il confronto con le feste 2020 è estremamente positivo.

MANCANO 6 MILIONI DI BOTTIGLIE SUL 2019

Diversa è la prospettiva se si prende in considerazione il periodo pre- Covid. Mancheranno, infatti, all’appello ancora 6 milioni di bottiglie di bollicine rispetto al 2019. Le stime fissano in 67-68 milioni di bottiglie di spumanti italiani, con una spesa di 610-620 milioni di euro. Per la sola notte dal 2021 al 2022, si stimano che salteranno 39-42 milioni di bottiglie di bollicine.

Le bollicine tricolori hanno più margine di manovra nei periodi di massima attenzione alla spesa. In crescita i pacchi dono di vino, ma soprattutto mono-magnum di note marche nazionali. Non si rinuncia alle bollicine, ma “si è più parsimoniosi, pur senza rinunciare a brindare a un anno che sia nuovo…” chiosa Comolli. “Finiti gli ordini del 2021, già entro l’anno, le case vinicole sono propense ad alzare i listini di vini e spumanti causa costi materie prime, inflazione. Tema nevralgico per il 2022. Ma c’è grande sensibilità dei produttori, disposti ad aspettare il dopo-festività

CONSUMI DA RECORD ALL’ESTERO

All’estero il consumo di fine anno di vini e bollicine tricolori è da record. Dati di mercato indicano in un +11/13% sull’anno 2020, ma un +3/5% sul 2019, già anno boom. Per il primo anno dopo decenni, volumi e valori crescono di pari passo, anzi va meglio per i valori. Si stimano che voleranno 200-210 milioni di tappi di sole bollicine.

Per i vini tranquilli un recupero dei numeri più ridotto, ma circa altri 220-235 milioni di bottiglie saranno stappate. Il giro di affari al consumo nei fatidici 28 giorni, per le sole bollicine, raggiunge il nuovo record di 4,62 miliardi di dollari globale. Da qui la previsione di una plv-export fra i 6,6 e i 6,9 miliardi di euro/anno. Anche all’estero è in crescita la occasionalità e la concentrazione dei consumi: molti veglioni e convention in dubbio, più cene per pochi e volano i consumi domestici. L’export italiano continua a incontrare difficoltà tecniche nei Paesi dove sono complesse le spedizioni e le documentazioni doganali.

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