Newsletter fatte bene: il caso di Otto

Parola d'ordine: editorializzare. La newsletter di Otto è l'esempio che anche una newsletter brandizzata del fuori casa può diventare virale.
Newsletter fatte bene: il caso di Otto

Nella corsa verso il touchpoint più performante, la newsletter ha da poco sorpassato social e sito. Per anni trattata come la sorella minore, da interpellare solo per le comunicazioni periodiche vicino alle feste, oggi vive di un nuovo periodo d’oro.

La newsletter è uno dei pochi mezzi che i Brand hanno per parlare direttamente al loro pubblico. Lavorare bene sui social ci permette infatti di raggiungere audience molto ampie e diversificate, focalizzandoci sui KPI di Reach & Frequency e sulla video strategy; tramite la newsletter, invece, si comunica a nicchia più stretta, ma più affiliata e della quale si conoscono nome e cognome dei partecipanti. In alter parole, aiuta nella fidelizzazione del Brand e nella costruzione di una community.

Ma dalla teoria alla pratica il passo non è così breve e, nella corsa verso l’obiettivo, si rischia di inciampare: negli ultimi anni sono nate numerose newsletter, non sempre interessanti. Anche il mondo del fuori casa ha lanciato diverse pubblicazioni digitali, ma quelle realmente di valore sono poche.

NEWSLETTER DEL FUORI CASA: LE BEST PRACTICE

Un ottimo lavoro in questa direzione è stato fatto da Otto, il bistrot di Milano nato nel cuore di Chinatown. Tutta la comunicazione di Otto ruota attorno al suo nome e i giochi di parole sono all’ordine del giorno (i panini, ad esempio, si chiamano quadrotti). Dopo un paio di anni di costruzione del Brand attraverso contenuti sempre curati e un tone of voice ingaggiante, Otto ha lanciato la newsletter: Otto Cose Belle.

Dov’è l’innovazione? Non nell’ennesimo gioco di parole, ma nell’aver intuito che gli utenti si iscrivono a una newsletter non solo per ricevere aggiornamenti dei Brand, ma anche e soprattutto per restare informati in modo veloce e periodico.

Ecco allora la creazione della newsletter Otto Cose Belle nella quale, ogni settimana, Otto invia ai suoi iscritti l’elenco di otto fra le iniziative, mostre, uscite, libri, fumetti (…) più curiose e più affini al target. L’utente si iscrive per restare aggiornato e, intanto, il nome del Brand gira.

La newsletter di Otto ci insegna quindi che si può fare Brand Awareness anche non parlando esclusivamente di sé e dei propri prodotti, ma, anzi, ampliando il raggio di azione e comunicando alla community quello che realmente le interessa. Questo, infondo, non è altro che content marketing.

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