Ristorazione, persi 11 miliardi nel quarto trimestre 2020

L'anno appena trascorso si è chiuso con un rosso complessivo di 34,6 miliardi, il 36,2% rispetto al periodo pre Covid. E per Fipe si va verso il quinto segno meno consecutivo. Tavolo al Mise per un piano nazionale

Solo nel quarto trimestre del 2020 la ristorazione italiana ha perso 11,1 miliardi di euro, chiudendo così con un -44,3% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. A sancire l’ennesimo dato nero per il comparto è stato l’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, che ha elaborato i dati Istat diffusi il 26 febbraio.

Un risultato, questo, determinato da quello che è stato, a tutti gli effetti, un secondo lockdown autunnale per il settore della ristorazione che, complessivamente, lo scorso anno ha perso 34,6 miliardi di euro, il 36,2% rispetto al periodo pre Covid.

VERSO IL QUINTO TRIMESTRE COL SEGNO MENO

Siamo davanti a un abisso apparentemente senza fine“, ha commentato la Federazione italiana dei pubblici esercizi. “Con la fine di marzo si chiuderà, con ogni probabilità il quinto trimestre consecutivo con segno negativo per un settore che rappresenta, più di ogni altro, l’italianità. Un settore che, oltre a dare lavoro direttamente a 1,3 milioni di persone, rappresenta il terminale essenziale della filiera agroalimentare. Numeri che richiedono almeno una graduale riapertura per evitare che l’intero settore vada in default“.

AL MISE TAVOLO VIRTUALE CON LA FIPE

Segnali positivi, in tal senso, erano arrivati appena due giorni prima dal ministero dello Sviluppo economico, teatro di una lunga videochiamata tra il ministro, Giancarlo Giorgetti e il presidente di Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani. Un incontro, sebbene virtuale, durato circa un’ora, durante il quale i rappresentanti delle categorie avevano presentato al governo un documento contenente le misure emergenziali necessarie alla ripartenza di un settore messo in ginocchio dalla pandemia.

Tre i punti principali. La richiesta di approvare rapidamente un pacchetto di misure emergenziali, adeguate e tempestive, attraverso il dl Ristori quinquies, come un nuovo meccanismo di calcolo che assicuri indennizzi a fondo perduto sulla base del reale calo dei fatturati dei Pubblici esercizi nell’ultimo anno. L’adozione di un piano di ripartenza, riprendendo il lavoro già svolto con il Cts, per la riapertura graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta ai pubblici esercizi che dispongono di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni. L’integrazione, all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di un progetto dedicato al rilancio dei pubblici esercizi, attore fondamentale per le filiere turistica e agroalimentare.

Il ministro Giorgetti“, ha sottolineato il presidente Stoppani, “ha ascoltato la richiesta di dare al sistema dei pubblici esercizi, piegato da oltre un anno di sacrifici, una prospettiva di ripartenza in sicurezza, puntando sulla necessità di tornare a dare dignità al lavoro, auspicando la possibilità di una riapertura graduale nelle aree gialle la sera e nelle aree arancioni fino alle 18. Ha annunciato anche l’intenzione di rivedere i parametri di calcolo dei ristori da inserire nel cosiddetto Dl quinquies, di modo da selezionare in maniera più precisa le imprese che hanno subito un grave danno a causa della pandemia, differenziando fra settori che hanno operato e chi invece ha particolarmente sofferto, come il comparto del turismo. Ultimo, ma non secondario, ha riconosciuto il ruolo dei Pubblici esercizi come elementi fondamentali della sicurezza urbana e della socialità. Tutte indicazioni positive che ci fanno ben sperare in un cambio di passo. Ora però attendiamo i fatti.

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