Carne coltivata, quando nei ristoranti di tutto il mondo?

Mentre in Oriente è già possibile gustare la produzione da agricoltura cellulare, in Europa e Stati Uniti il debutto sembra ancora lontano. E lo scetticismo fatica a scomparire
Carne coltivata, quando nei ristoranti di tutto il mondo?

Tutti i Paesi sviluppati dovrebbero passare al 100% alla carne coltivata”. A dirlo è stato nientepopodimeno che Bill Gates, in un’agenzia ripresa da diversi media di settore e generalisti.

Considerato che il magnate americano è tra i maggiori investitori nel campo delle proteine alternative, insieme, tra gli altri a Leonardo DiCaprio e Jeff Bezos, è palese che vi sia anche un incontrovertibile interesse personale, ma tanto è bastato per accendere i riflettori sull’agricoltura cellulare.

PASSI AVANTI REGISTRATI NEGLI ULTIMI MESI

Negli ultimi mesi, c’è stata una decisa accelerata del settore, tanto a livello industriale quanto commerciale.

La parte conclusiva del 2020 ha visto l’approvazione da parte della Singapore Food Agency del commercio di carne coltivata nella città Stato del sud-est asiatico, alcuni giorno dopo l’inaugurazione a Tel Aviv del primo ristorante cell based al mondo, da parte della startup SuperMeat.

La stessa startup SuperMeat alcune settimane fa ha annunciato la chiusura di un round da 26,75 milioni di dollari per abbassare il costo di produzione a 7,5 dollari al chilo e la spagnola Novameat, guidata dall’italiano Giuseppe Scionti, è riuscita a stampare in 3D un pezzo di carne coltivata da 22.500 millimetri cubi.

SCETTICISMO DA PARTE DELL’HORECA?

Israele e Singapore, non a caso due punti di riferimento assoluti nel panorama foodtech mondiale, paiono già distaccati dal resto del mondo.

A parte i lunghi iter di approvazione di Fda e Commissione europea, Stati Uniti ed Europa pagheranno certamente una certa diffidenza tanto da parte dei consumatori che dagli operatori del settore.

Il portale Nation’s Restaurant News ha interpellato alcuni ristoratori americani che hanno espresso più di un dubbio sui processi produttivi, gli additivi utilizzati e, non da ultimo, il prezzo.

A fine 2020 il ministro dell’Agricoltura francese, in un tweet, aveva affermato che non ci sarà mai spazio in Francia per prodotti da agricoltura cellulare. Il cinguettio esprimeva comunque un’opinione personale e non una posizione ufficiale del ministero, ma è comunque una dichiarazione che ha fatto abbastanza scalpore.

Sicuramente l’eccellente lavoro di “education”, portato avanti dal mondo plant-based, spianerà leggermente il terreno anche al cell-based, ma la strada per realizzare il sogno di Bill Gates appare decisamente lunga e impervia.

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