A Parigi i mercati aprono ai ristoranti per l’asporto

L'iniziativa denominata "Place aux restos!" offre la disponibilità di 161 stand lungo tutti i quartieri della capitale transalpina. Ma in Francia le riaperture slittano a dopo Pasqua
A Parigi i mercati aprono ai ristoranti per l’asporto

Certezze non ce ne sono, come del resto ci si è ormai abituati. Anche in Francia, come in Italia, il quadro resta fosco per il mondo della ristorazione, con i locali destinati, secondo le ultime ipotesi formulate dai virologi, a prolungare le loro chiusure fino a Pasqua. Si vocifera di un ipotetico 6 aprile come prima data utile per le riaperture, secondo quanto riferito da Le Point, ma conferme ufficiali non se ne trovano.

IL COMUNE DI PARIGI METTE A DISPOSIZIONE 161 STAND

Tuttavia, per far fronte a una crisi senza precedenti, Oltralpe sembra muoversi qualcosa, con i mercati rionali che hanno deciso di concedere la disponibilità dei loro spazi ai ristoranti che desiderino utilizzarli per l’asporto. Il motto dell’iniziativa partita da Parigi è “Place aux restos!” (Spazio ai ristoranti!): i ristoratori indipendenti chiusi da mesi (escluse, dunque, le grandi catene) potranno, pagando una piccola quota, investire nei 161 stand messi a disposizione dal Comune di Parigi e posizionati in 50 mercati lungo tutti i quartieri della capitale. Il tutto, ovviamente, nel rispetto dei protocolli sanitari previsti dalle restrizioni contro il Covid-19. La maggioranza degli stand, un centinaio, è dotata di acqua corrente ed elettricità e sarà operativa già dai prossimi giorni.

FIPE TORNA A CHIEDERE RIAPERTURE IN SICUREZZA

Tutto quello che può aiutare gli spazi aperti ora che arriva la buona stagione è benvenuto, ma la vera cosa che aiuta è il programma di vaccinazione, assieme a una consapevolezza maggiore che la ristorazione non può essere l’unica a pagare il costo di questa pandemia“, ha commentato in riferimento all’iniziativa il direttore generale Fipe-Confcommercio Roberto Calugi. “Quello che servirebbe, tuttavia“, ha sottolineato Calugi, “sarebbe riaprire in sicurezza, senza trasformare la questione in un derby tra sicurezza ed economia: puntiamo a riaprire le attività chiuse da 170 giorni, in alcune zone si fa fatica a capire perché sia tutto aperto tranne la ristorazione“.

PIÙ OSTACOLI PER L’ASPORTO DALLA CUCINA ITALIANA

In attesa delle riaperture, i ristoratori hanno avanzato alcune richieste in vista del prossimo decreto Ristori, che vanno dal calcolo delle perdite su base annuale agli aiuti per gli affitti, fino ad allungare a 15 anni la restituzione anche per i prestiti fino a 800mila euro perché “la liquidità servirà per la ripartenza“. Quanto alla proposta parigina, Calugi ha osservato che “il problema vero è che l’asporto nella ristorazione italiana non è facilissimo per la complessità, varietà e delicatezza dei piatti. La pasta, ad esempio, fa più fatica anche se ci sono sperimentazioni interessanti. L’asporto comunque fatica, si adatta molto bene a una certa tipologia di cucina come quella etnica, ma fa più fatica a imporsi nel panorama italiano, a maggior ragione nelle piccole cittadine“.

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