Stop alle 18: c’è chi disobbedisce al Dpcm

Dalle proteste agli atti di sfida. A Venezia cena di gala col sindaco alle 5 di mattina. E a Pesaro e Catania alcuni ristoratori tengono aperti i locali anche di sera infischiandosene delle multe. «Gli aiuti dallo Stato? Facciamo in tempo a morire»
Stop alle 18: c’è chi disobbedisce al Dpcm

FIPE: 50 MILA AZIENDE A RISCHIO CHIUSURA

Di fronte al nuovo stop alla ristorazione imposto dal Dpcm del Governo per cercare di contenere i numeri in crescita costante del contagio da Covid-19, operatori e associazioni di categoria non hanno risparmiato critiche feroci all’Esecutivo, accusato di aver adottato provvedimenti che faranno fallire migliaia di imprese. Con le stime di Fipe-Confcommercio che parlano di oltre 50 mila aziende a rischio chiusura entro fine anno e 300 mila posti di lavoro in bilico. Ma c’è chi è andato oltre le critiche e ha deciso di passare dai post ai fatti con eclatanti gesti di protesta.

A VENEZIA ANCHE IL SINDACO ALLA “CENA DI GALA” ALLE 5 DI MATTINA

In sessanta, tra cui il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – in vestaglia, vista l’ora – si sono presentati alla “cena di galaorganizzata provocatoriamente alle 5 di mattina da David Marchiori, titolare dell’Osteria Plip di Mestre per protestare contro i nuovi orari di operatività consentiti dal dpcm in vigore sino, almeno, al 24 novembre. «Vogliamo testimoniare», ha detto Brugnaro, «la forza di questi pubblici esercizi che a tutti i costi vogliono tenere aperto e anche la scorrettezza con cui vengono fatte queste manovre. Non ci sono solo i bar e i ristoranti, ma anche i teatri, i cinema, le palestre, le piscine. Tutte persone che si sono comportate onestamente, hanno fatto investimenti per garantire la distanza sociale. Non ci risultano contagi, e noi dobbiamo continuare a vivere». Il locale ha comunque deciso di lavorare nel rispetto delle norme fissate, cambiando la propria denominazione, da «osteria» a «trattoria» con orario di apertura dalle ore 11.00 alle 18.00.

A PESARO VIOLATO IL “COPRIFUOCO” DELLE 18

«Mi spiace, non posso farvi entrare, il locale è pieno». Così Umberto Carriera, titolare del ristorante La Macelleria di Pesaro ha accolto le forze dell’ordine arrivate sul posto nella sera del 27 ottobre. All’interno, 90 persone sedute tranquillamente ai tavoli, nonostante il divieto di apertura dopo le 18, che si sono schierate a difesa del titolare, con applausi di incitamento e insulti ai carabinieri. «Questo ristorante è aperto perché rispetta tutti i protocolli ma soprattutto perché non possiamo permetterci di non lavorare. Resterò aperto a pranzo e cena anche nei prossimi giorni», ha spiegato il ristoratore. Che non si è fatto per nulla intimorire dalla multa da 400 euro e dalla chiusura immediata: «La mia è una disobbedienza civile per far arrivare la voce degli imprenditori. Continuerò a essere multato ogni giorno? Si tratta di una questione di principio, il Dpcm è fatto con i piedi».

DA CATANIA APPELLI ALLA DISOBBEDIENZA

Fa un vero e proprio appello alla disobbedienza civile contro le disposizioni di Palazzo Chigi anche Paolo D’Amato, proprietario del bar omonimo a Ramacca (CT). «Resterò aperto. Non chiuderò il mio bar alle 18. Se dovessero intervenire le forze dell’ordine? Nessun problema, tanto multe non ne pago». D’Amato è preoccupato per la tensione sociale che cresce ed evidenzia la sensazione di essere stati abbandonati dallo Stato: «Non possiamo certo sperare negli aiuti economici. Nella prima ondata ho ricevuto 1.200 euro in tutto. Quando vedremo questi contributi promessi? E soprattutto a quanto ammontano? Rischiamo di morire prima».

© Riproduzione riservata