Cia contro il Dpcm: «La chiusura alle 18 condanna gli agriturismi»

La direttrice della comunicazione della Confederazione Italiana Agricoltori a Food Service: «Col solo pranzo impossibile coprire i costi. E danni incalcolabili se le misure si estenderanno fino al periodo natalizio».
Cia contro il Dpcm: «La chiusura alle 18 condanna gli agriturismi»

«Abbiamo stimato in 600 milioni le perdite per gli agriturismi e la ristorazione ad esso collegata, ma la situazione potrebbe essere più grave a seguito delle misure dell’ultimo Dpcm. Misure che potrebbero portare alla chiusura di diverse attività per l’impossibilità di sostenere i costi di gestione coi soli proventi del pranzo. Gli introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21». È un’analisi disincantata quella di Paola Cambria, direttrice della comunicazione di Cia-Agricoltori Italiani, anche a fronte dei nuovi dati rilasciati da Ismea, che tratteggiano un arretramento della spesa per consumi alimentari fuori casa del -48% rispetto al 2019, per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro.

EFFETTI CHE SI ALLUNGANO SULL’INTERA CATENA

Il nuovo Dpcm, ha rilevato il comunicato ufficiale diffuso sempre da Cia-Agricoltori, è destinato ad avere anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca -ristoranti, bar, mense, hotel- e che vanno incontro a un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare Fuoricasa, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche.

CIA: «RICADUTE DISASTROSE PER 100 MILA ADDETTI DEL SETTORE»

La voce del settore dell’agriturismo si unisce a quella della ristorazione, che già da più parti aveva espresso preoccupazione e dissenso ai provvedimenti decisi dal governo. Secondo Cia si potrebbe assistere a un’ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore. «Questa seconda ondata di contagi e le conseguenti misure restrittive decise dall’esecutivo, compreso il blocco delle cerimonie, potrebbero avere un effetto catastrofico specie qualora fossero protratte oltre la data per ora fissata nel 24 novembre e spingersi a ridosso delle festività. Per gli agriturismi Natale e Capodanno rappresentano una grossissima fetta del fatturato e non averla dopo un anno del genere potrebbe produrre effetti incalcolabili». Nel frattempo continua il dialogo con le istituzioni. «Stiamo facendo molta pressione sul governo», conferma Cambria, «siamo in continuo contatto con la ministra Bellanova, che già ha espresso delle posizioni piuttosto dure contro i provvedimenti annunciati dal premier».

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