Le Serre by Vivi: l’insegna prosegue l’espansione con il garden restaurant

Vivi inaugura il suo sesto format a Roma. Materie prime in prevalenza biologiche, condimenti naturali, carne vegetale, piatti light, verdure e frutta di stagione, ma anche cocktail per tutte le gradazioni alcoliche e una vasta scelta di vini. Un’offerta versatile per soddisfare un target di ‘bioviziosi’

La sensazione è quella di mettere piede in un vivaio, elegante, spazioso accogliente e curato nei dettagli. Tavoli, poltrone, area banco e cucina fanno poi capire che la location è uno spazio ristorativo attrezzato per accogliere i clienti e farli accomodare per una colazione, pranzo, aperitivo, fino alla cena e, a seguire, un ultimo drink serale prima di dirigersi verso casa. Questa, a somma capi, può rappresentare l’incipit descrittivo di Le Serre by Vivi, ristorante a forte connotazione bio e botanica, che ha da alcuni giorni aperto i battenti a Roma, in via Filippone 1, quartiere Monte Mario.

Alla regia troviamo Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, le due imprenditrici fondatrici di Vivi, progetto ristorativo che in città conta attualmente altri cinque locali, ai quali il prossimo anno, come le stesse titolari hanno confidato al nostro sito, se ne aggiungerà un settimo.

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Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo

Per Le Serre, seguendo le direttive dell’architetto Andrea Magnaghi, le due socie hanno avviato un lavoro di recupero di una vecchia serra dismessa, posizionata all’interno dei suggestivi giardini di Villa Blumensthil, bonificandola e trasformandola in un rifugio risto-botanico. L’arredamento è studiato seguendo un mélange che unisce stile etnico al moderno contemporaneo. Numerosi gli elementi e dettagli che catturano la vista, come le lampade di seta cinese, le sedie africane realizzate con nylon riciclato, una libreria d’antan che orna le pareti, le vecchie macchine da cucire Singer usate come piano per tavoli. Ovunque colori, oggettistica e ovviamente bacche, fiori, cespugli profumati, frutti e altro ancora che riflette il forte legame con l’ambiente. La location è quindi suddivisa in più stanze, si sviluppa su una superficie di 1800 mq e conta 230 posti a sedere.

Il layout è un punto di forza del locale che nasce con l’idea di compiacere un target di riferimento che le due titolari in modo affettuoso definiscono come ‘bioviziosi’. ‘’Ovvero i viziosi e non i virtuosi di questo genere di cibo – specifica Daniela Gazzini –. Con questo termine, precisamente, inquadriamo quella tipologia di clienti che ama assaporare proposte biologiche particolarmente ricche di sapore, impreziosite da condimenti e salse, conferendo il massimo del gusto a un piatto nonché un’estetica attraente’’.

In cucina le direttive sono state impartite dallo chef Pantaleone Amato, che ha realizzato un menu a forte tinte ‘green’. L’importanza del pasto leggero e salutare è e rimane il marchio di fabbrica del progetto Vivi soprattutto a pranzo, seguendo tecniche di cottura a bassa temperatura e a vapore. Ci si diverte quindi a incuriosire il palato dei commensali con insalate ricche di spirito e sapore, ricette con uova bio, tempure di ortaggi e verdure, a cui si aggiungono gli healthy bowl con riso e pesce crudo.

A cena le proposte si ampliano con portate mediterranee che abbracciano la tradizione culinaria nazionale. L’elenco scorre, l’appetito sale, i piatti stuzzicano. La stagionalità non fa eccezione e in questa fase iniziale i primi piatti salgono in cattedra. Le tagliatelle, per esempio, abbracciano castagne e funghi porcini, con aggiunta di fonduta di taleggio, zafferano e riccioli di guanciale. Tra i consigli dello chef, spiccano anche le orecchiette fresche di grano arso con le immancabili cime di rape, stracciata di bufala, polvere di capperi, acciughe e chips di basilico. Sul fronte dei secondi piatti, tra i fiori all’occhiello si segnalano alcune preparazioni di carne ‘plant-based’, ovvero vegetale (a base di soia o di piselli) che le titolari del ristorante acquistano da due aziende italiane del settore bio, vale a dire Emilia Foods e Joy Food. Dulcis in fundo, nella lista dessert compare l’invito a scoprire come un tiramisù si possa preparare anche con pistacchi, crumble, caffè e nocciola.

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Raviolo di burrata con salsa ai due pomodorini, stracciata di bufala, polvere di capperi e chips di basilico

Da Le Serre By Vivi, dietro il bancone, troviamo Sara Paternesi, barlady spigliata e creativa, che propone cocktail per tutti i gusti, allineandosi alla filosofia del posto, vale a dire concentrando tra loro ingredienti naturali, scegliendo dosaggi alcolici contenuti (se non azzerati, nel caso dei mocktail) e facendo uso diffuso di spezie per dettare toni e sentori del drink. Ricca, infine, la lista vini con circa un’ottantina di etichette, tutte provenienti da terroir italiani.

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