Virtual brand, il salvagente dei ristoranti nel post lockdown

Boom delle insegne online di Deliveroo. Quadruplicati rispetto al 2019 e con ordini in crescita del 150% negli ultimi 12 mesi
Virtual brand, il salvagente dei ristoranti nel post lockdown

Un salvagente per i ristoranti messi in ginocchio dal Covid 19. Sono numeri importanti quelli fatti registrare dai Virtual Brand, le realtà di ristorazione 100% online targate Deliveroo. Si tratta di insegne virtuali, appunto, presenti e disponibili esclusivamente su piattaforma, che affiancano l’attività “fisica” dei ristoranti aderenti con un nuovo brand e nuovi tipi di cucina rispetto a quella offerta di persona. Oppure di dark kitchen nate esclusivamente per il delivery e per intercettare al meglio le esigenze dei clienti del web. Lanciati grazie alla consulenza della piattaforma Deliveroo, a tre anni dall’avvio sono 464 (in crescita di 363 unità rispetto al 2019), servono 41 città in Italia (+280% vs 2019) e registrano un aumento costante degli ordini: quelli effettuati dai ristoranti virtuali disponibili sulla App sono aumentati, negli ultimi 12 mesi, del 150%.

FATTURATO PARALLELO COL MENÙ DEDICATO PER IL WEB

Oltre alla possibilità di diversificare e personalizzare l’offerta, a determinare il successo della formula è anche la garanzia di poter contare su un posizionamento commerciale estremamente puntuale e su un menù dedicato in via esclusiva per l’online e il delivery. «Si tratta di un vero e proprio canale di fatturato parallelo e incrementale che consente di intercettare nuova domanda e target diversi, che permette di aumentare, in media, il fatturato derivante dal delivery del 160% già nel primo mese», spiega Matteo Sarzana, General Manager di Deliveroo Italia.

DAL POLLO ALLE WINGS: I PIATTI PIÙ ORDINATI

Il piatto più ordinato dai Virtual Brand di Deliveroo è il Poke don Chicken di Poké by Daruma a Roma, seguito dalle Ribs di BBQ Ribs & Wings di Milano. Due realtà tra quelle presenti sulla piattaforma, poi, sono rappresentative del potenziale della formula: il ristorante Ai Folli di Mestre e la cloud kitchen Delivery Valley. Il primo, con il servizio di delivery attivo sia per il ristorante tradizionale che per quello virtuale, da febbraio a marzo 2020 è cresciuto del 479% e l’84% di questa crescita è dovuta proprio al ristorante virtuale. Da febbraio fino ad aprile l’aumento complessivo del business è stato del 309%, di cui il 79% grazie proprio alla performance del virtual brand. Viviana Carrieri, la proprietaria, commenta: «Rischiavamo di allungare la lista delle aziende che a causa del Covid non hanno più riaperto. Invece abbiamo guadagnato nuovi clienti, triplicato gli incassi, acquistato attrezzature all’avanguardia e persino aperto una nuova sezione del locale dedicata alle birre».

RISTORANTI TRADIZIONALI E DARK KITCHEN

Delivery Valley invece, è presente sulla piattaforma con quattro Virtual Brand non affiancati da un’offerta tradizionale che sono stati lanciati subito dopo la fine del lockdown. «La nostra proposta è una specie di coccola dopo il lavoro, un’occasione per far recapitare un messaggio speciale, in cui la cucina diventa uno splendido mezzo per entrare in contatto con le persone. Con il gusto giusto, un sapore particolare, un cibo fatto bene. Il resto lo fa un partner di valore, con disponibilità e consigli strategici», spiega Maurizio Rosazza Prin, proprietario di Delivery Valley.

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