Ristorazione collettiva: nuovi servizi per nuove esigenze

Il settore sta già ragionando sul post crisi e, parallelamente, ha attivato una serie di progetti di solidarietà. I casi di Sirio, Elior e Cirfood
Ristorazione collettiva: nuovi servizi per nuove esigenze

La ristorazione collettiva non è completamente ferma, visto che mense aziendali e ospedaliere continuano a funzionare, sebbene in forma ridotta. Le principali insegne, che si sono attivate per donare le eccedenze alimentari a enti, associazioni e onlus, stanno già facendo alcune riflessioni su quello che sarà il mercato dopo la crisi, che vedrà nuove esigenze e richieste da parte dei consumatori, a cui le imprese del settore dovranno dare soluzioni adeguate.

SIRIO: PRONTI A RIPARTIRE, DA PAUL ALLE CONCESSIONI AGGIUDICATE

«L’impatto del provvedimento ha comportato una riduzione del 10-20% nelle prime due prime settimane, aumentata in seguito. Non sussistono più turni ospedalieri ‘normali’: di conseguenza, anche la nostra attività si è dovuta celermente adeguare. Vero anche che ci siamo conformati subito agli altri estremi del decreto, chiudendo tutti i punti vendita come Burger King e/o city come Cioccolatitaliani». Stefania Atzori, Ad di Sirio, sintetizza così la situazione.

Guardando al futuro, Atzori sottolinea che anche e solo riaprire le altre attività – o riprendere la turnazione ‘normale’ – avrà un significato economico oltre che emotivo forte, «specie tenendo conto che negli ambienti ospedalieri rappresentiamo luoghi di conforto e di riposo essenziali. Spingeremo ancor più sulla parte in franchising e sui city, che sono i punti vendita con marginalità più elevata».

ristorazione
Stefania Atzori – AD Sirio SpA

Uno dei primi obiettivi è poter ripartire nel breve con il progetto Paul e con il nuovo modello Combine, Aeroporto di Napoli dove, nonostante l’emergenza sanitaria, Sirio ha apprestato il cantiere, dando avvio ai lavori di ristrutturazione. Senza contare le concessioni aggiudicate e pronte all’avvio al termine della restrizione. «La ristorazione fuori casa non subirà un totale stravolgimento. Anzi, siamo convinti che quando finirà questa emergenza, passare una serata fuori casa sarà per molti il primo gesto simbolico di ritorno alla normalità».

ELIOR E CIRFOOD, UN SOSTEGNO A CHI NE HA BISOGNO

Un aiuto concreto alle fasce di popolazione più colpite dall’emergenza coronavirus. Nasce da qui l’iniziativa di Elior, tra i leader della ristorazione collettiva in Italia, che a partire dal 17 marzo scorso ha deciso di donare circa 5.000 piatti pronti confezionati in atmosfera protetta a famiglie e over 65. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Comune di Casalecchio di Reno (Bologna), è finalizzato a sostenere il Comune e le associazioni attive sul territorio. I pasti distribuiti, provenienti dalla Cucina Centrale di Zona Predosa (di Elior attraverso la società del Gruppo EmilyEat, sono preparati con moderne tecniche di cottura e confezionati in Atp, in grado di garantire una shelf-life di circa 10 giorni senza conservanti o additivi.

Sulla stessa lunghezza d’onda Cirfood, che grazie alla piattaforma Quanta Stock & Go, soluzione centralizzata per la supply chain sostenibile, ha evitato ogni genere di spreco alimentare, proseguendo la collaborazione con l’associazione Solidarietà ‘progetto Azione Solidale’. «A oggi, anche grazie alla generosità dei nostri fornitori, abbiamo donato a enti caritatevoli circa due tonnellate di materie prime, utilizzate per la preparazione di oltre 2500 pasti per i più bisognosi – spiega Chiara Nasi, Presidente di Cirfood –. Continuiamo a pensare a soluzioni e attività che producano valore nel segno dell’inclusione, della sostenibilità e dell’innovazione. Ecco perché, in accordo con aziende e Comuni abbiamo donato il cibo non utilizzato per le mense scolastiche a enti no profit territoriali. Inoltre, abbiamo attivato nuovi strumenti di food delivery per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno, come gli anziani soli in casa».

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