Bartender, uno sguardo al futuro

Il mondo della mixability è stato colpito pesantemente dal “lockdown”. Luca Picchi e Cristian Lodi, due protagonisti del settore, raccontano come stanno gestendo l’attuale situazione e i progetti futuri
Bartender, uno sguardo al futuro

Il cocktail è… amaro. Non nel senso del gusto, ma della situazione che sta vivendo il bartending, colpito pesantemente dal “lockdown” causato dalla pandemia. Food Service ha intervistato due protagonisti della mixability, Luca Picchi, bartender dello storico Caffè Gilli di Firenze, e Cristian Lodi, bartender e titolare del cocktail bar Milord Milano, per conoscere più da vicino come stanno affrontando questo momento di emergenza e come vedono il futuro post crisi.

SEMINARI VIA WEB SUL BERE MISCELATO

Luca Picchi, massimo esperto del cocktail Negroni, su cui ha scritto una serie di libri imperdibili, si è trasformato in un “docente via web”. Il Caffè Gilli, infatti, ha lanciato un percorso sulla storia della miscelazione mondiale raccontato proprio da Picchi sui canali social istituzionali di Caffè Gilli, in modo da insegnare le base per preparare i drink classici a casa. «Bere a casa è sempre bello, ed è bello potersi viziare con ciò che ci piace – afferma Picchi –. Non sempre però si hanno gli ingredienti giusti e alcune volte anche la capacità tecnica per poterlo fare. Con qualche aiuto e scegliendo la ricetta giusta, è comunque possibile creare un drink buono, semplice e soddisfacente. Il rito dell’aperitivo non è però solo legato a cosa si beve, ma altre due componenti importanti sono il dove e il con chi. È chiaro che in casa, il concetto di socialità decade, ma oggi grazie ai tanti mezzi di comunicazione, abbiamo modo di stare insieme seppure lontani».

Luca Picchi, bartender del Caffè Gilli a Firenze

Se il presente è caratterizzato dalla formazione online, per quanto riguarda il post crisi, Picchi ritiene che siano tre i fattori per ripartire anche nel mondo del bar: «Territorialità, eccellenza e savoir faire, su questo deve puntare la miscelazione italiana. È necessario legarsi ancor di più ai prodotti del nostro territorio, proposti in modo originale, con la tipica professionalità che ci viene riconosciuta. Credo, inoltre, che, come successo dopo la seconda guerra mondiale, quando a cavallo tra gli anni 50 e 60 ci fu un vero e proprio boom dei consumi, il dopo emergenza vedrà gradualmente la gente tornare a frequentare con entusiasmo bar e ristoranti. Certamente, sarebbe importante che si riesca a trovare un vaccino contro il Covid-19, in modo da essere tutti più tranquilli. Detto questo, Caffè Gilli ha una struttura organizzativa e gestionale all’avanguardia, già pronta ad affrontare il nuovo scenario di mercato».

LISTA COCKTAIL NEL SEGNO DELLE REGIONI

Cristian Lodi, titolare e bartender del Milord Milano, situato in zona Città Studi, nel capoluogo lombardo sta già pensando al post emergenza, mettendo a punto il “programma” per la riapertura. «La superficie del locale è ampia, circa 150 mq al pianoterra e 100 mq al piano sotterraneo, oltre allo spazio esterno, per cui ci stiamo organizzando per disporre i tavoli in modo da garantire il distanziamento sociale – spiega Lodi –. Stiamo già pensando a un rinnovamento della lista cocktail, con drink dedicati alle regioni italiane, e a una riduzione dei prezzi».

Cristian Lodi, bartender del Milord a Milano

Lodi ritiene che la tipologia di clienti che ha frequentato il suo locale fino a gennaio, quindi, prima dell’inizio dell’emergenza Covid-19, cambierà: «Credo che si assisterà a un mutamento del concetto di bar, che diventerà prevalentemente un “locale di quartiere”, frequentato, dunque, da persone che vivono in zona. Anche perché, almeno per un po’ di tempo, non credo ci saranno grandi spostamenti tra una parte e l’altra della città».

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