La ristorazione è in prima linea

I cuochi stellati ai fornelli per operai e personale medico, le specialità donate agli ospedali da ristoranti e catene, l'intero apporto del mondo del food agli angeli del Covid 19

Da nord a sud, si moltiplicano le iniziative solidali a medici, infermieri e categorie più deboli alle prese in prima linea con l’emergenza Coronavirus. L’ultimo in ordine di tempo è Carlo Cracco.

CRACCO CUCINA PER GLI OPERAI ALL’EX FIERA DI MILANO

Ristorante chiuso, stop forzato, la voglia di dare qualcosa a chi è al servizio di tutti per combattere l’epidemia. Nell’unico modo che si conosce, nel solo possibile: con la cucina. Lo chef stellato ha indossato casacca e mascherina e, insieme ai ragazzi della sua brigata, si è messo a cucinare per i 100 operai che – a tempo di record, lavorando giorno e notte – stanno costruendo l’ospedale da campo nell’ex Fiera di Milano, dove non esiste una mensa e con tutte le attività di ristorazione chiuse, per chi lavora diventa un problema procacciarsi un pasto. Ogni giorno il menu è diverso: per inaugurare, insalata di riso con verdure, seguita da una frittata con verza, zucca e castagne.

L’APPELLO DI CEREA PER L’OSPEDALE DA CAMPO DI BERGAMO

Due giorni fa era arrivato l’accorato appello di Chicco Cerea, via Instagram. Dal suo tristellato di Brusaporto Da Vittorio, ha chiesto a tutti, colleghi e aziende della distribuzione e dell’alimentare, di sostenere  la Protezione Civile, impegnata ad allestire l’Ospedale da Campo degli Alpini nell’area dell’Ente Fiera di Bergamo. Si tratta di 230 posti letto, fondamentali per sostenere una delle aree più colpite dall’epidemia. “Abbiamo deciso di contribuire attivamente all’organizzazione delle attività, offrendoci volontari per la preparazione pasti. Tuttavia, chiediamo un aiuto concreto a tutti voi. Tutti coloro che ne hanno la possibilità, dai ristoratori, ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini, è gentilmente invitato ad offrire degli approvvigionamenti”, ha spiegato Cerea. Che ha continuato: “L’unione fa la forza, condividiamo il più possibile!”.

Immediata la risposta del collega Filippo La Mantia, di Lidl Italia e di tanti chef e titolari di ristoranti della zona, che si sono offerti, con il loro personale, di spendersi in prima persona per la preparazione dei pasti.

CALIFORNIA BAKERY, UN PO DI DOLCEZZA ALL’OSPEDALE SACCO

Nel milanese due realtà molto amate della città hanno voluto contribuire alla causa inviando al personale medico i loro piatti-simbolo. Gastronomia Yamamoto ha preparato centinaia di onighiri, le polpette di riso giapponese ripiene di pesce o verdura, per lo staff del Policlinico. California Bakery ha inviato una selezione di dolci e torte al personale dell’Ospedale Sacco, dove il ristorante SlowSud ha fatto arrivare pasta alla Norma, melanzane alla parmigiana e cannoli siciliani.

OLTRE 2 MILA PASTI SOLIDALI

E le iniziative di questo genere si estenderanno, almeno sino alla prima settimana di aprile, a tutte le strutture della città e dell’area metropolitana milanese, dal San Raffaele, Fatebenefratelli, Policlinico, San Carlo, San Giuseppe e Bassini di Cinisello: oltre 2mila i pasti messi a disposizione dalle catene Miscusi, Muu Muzzarella, Li Mastri e Fancytoast, oltre che da alcune pizzerie e kebab di quartiere.

LA MANO TESA DEGLI CHEF ROMANI ALLO SPALLANZANI

In sordina, a Roma, nel giardino dell’Ospedale Spallanzani, alcuni dei nomi più noti della ristorazione romana hanno allestito una cucina e hanno preparato i le loro specialità per i medici e lo staff. Lo ha raccontato l’Agi, che ha svelato il menu: per tutti, l’amatriciana di Arcangelo Dandini de L’Arcangelo, i rigatoni con carciofi e pecorino di Mario Sansone del Marzapane, la pasta con il sugo di paranza di Walter Regolanti di Da Romolo al Porto e quella al ragù e funghi di Giuseppe Lo Giudice di Retrobottega. A capo della brigata i fratelli Roscioli.

A CASERTA PIZZE PER I CLOCHARD

E c’è chi, come Franco Pepe, titolare della pizzeria Pepe in Grani di Caiazzo (Cs) ha pensato ai senzatetto: pane e pizze vengono sfornate di continuo e donate ai clochard che vivono in strada nei pressi della stazione di Caserta.

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