miscusi, la pasta della nonna è impresa di successo

In soli due anni, il brand miscusi lanciato a febbraio 2016 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese ha aperto 5 locali a Milano e punta a raddoppiare entro fine 2019

A creare dal nulla miscusi ci hanno pensato Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, entrambi classe 1989, laurea in economia alla Bocconi di Milano.

La prima domanda d’obbligo: perché puntare su un format che ruota attorno alla pasta?

Quando ci siamo rivisti dopo gli anni di università, abbiamo condiviso subito il desiderio di metterci in gioco con un progetto imprenditoriale tutto nostro. Deciso il passaggio dall’online all’offline, abbiamo verificato come nel food retail ci fosse un approccio ‘old school’ da parte degli imprenditori e molta inefficienza rispetto alle realtà digital e tech da dove venivamo. L’Italia ha una grande eredità intangibile nel mondo del food e la pasta ne rappresenta un elemento fondamentale. Da qui la scintilla da cui è nato tutto, ovvero la constatazione che non esisteva un concept che valorizzasse la pasta: in passato ci aveva provato Pastarito-Pizzarito, con buoni risultati iniziali e una crisi successiva che ne aveva decretato il tramonto. E così abbiamo tratto ispirazione dalle cucine delle case italiane, dove la tradizione della pasta fresca fatta a mano è profondamente radicata: miscusi avrebbe puntato innanzitutto su pasta e condimenti freschi, preparati giorno per giorno come a casa.

Filippo Mottolese e Alberto Cartasegna

Quali sono le caratteristiche essenziali del format?

Abbiamo pensato da subito a locali dall’atmosfera familiare, informale, energica e positiva, con un layout che favorisce la condivisione (questo spiega i tavoloni che avvicinano i clienti). L’arredamento è quindi un asset importante, che presidiamo con un interior designer. Look a parte, puntiamo su un servizio informale e amichevole ma molto attento, prezzi accessibili e democratici. Elemento fortemente distintivo di ogni locale è il pastificio a vista, che consente a chiunque di osservare dal vivo la produzione della pasta e crea un forte coinvolgimento. Il nostro menu, a dispetto della sua apparente semplicità, è frutto di un incessante processo di ricerca della qualità delle materie prime. Per i condimenti ricettiamo e ingegnerizziamo le ricette, avvalendoci di due partner. Gli ingredienti sono rigorosamente stagionali e sono selezionati presso fornitori italiani.

Come potremmo definire dunque il posizionamento di miscusi?

In sintesi, possiamo dire che il format “gira” a due velocità. Dal lunedì al venerdì proponiamo a pranzo una formula fast casual, che mantiene la velocità del servizio propria del fast food, ma con una qualità del prodotto nettamente superiore. Lo scontrino medio si aggira sui 9 euro. Alla sera e nei fine settimana ci spostiamo in area casual dining, con ritmi più lenti, servizio al tavolo e uno scontrino leggermente più elevato, pari a circa 16-17 euro.

A quale target vi rivolgete?

La nostra clientela è davvero molto trasversale, spaziando dal liceale al dirigente over 50 durante la settimana a pranzo, alle coppie e alle famiglie che prediligono il weekend. Dipende anche molto dalla location: abbiamo aperto finora cinque locali a Milano, in zone strategiche ma piuttosto diverse tra loro.

Quanto ha inciso, in chiave di crescita, l’apertura ai fondi?

In effetti, in un paio d’anni dalla prima apertura abbiamo sfiorato i cinque milioni di euro di fatturato, con un tasso di crescita medio mensile del 20% e una redditività del singolo ristorante vicina al 30%. Quanto alla decisione di aprire il capitale a contributi esterni, ci abbiamo creduto sin dall’inizio, a costo di rinunciare a una fetta delle nostre quote. In una primissima fase ci ha sostenuto in particolare Alexander Samwer, co-fondatore di Rocket Internet, e lo scorso novembre abbiamo chiuso molto positivamente un secondo round di finanziamento, raccogliendo 5 milioni di euro di capitali con ruolo da lead investor da parte di MIP-Milano Investment Partners. Il fondo ha una duplice importanza: non solo in termini di finanziamento delle nuove aperture, ma anche per il suo ruolo strategico nel fornirci opportunità preziose di reperimento di nuove location, in Italia e all’estero.

Un altro elemento-chiave del successo di miscusi è l’aver puntato molto sui social: in che modo?

Siamo convinti che i social siano il miglior modo per farsi conoscere, comunicare e trasferire al nostro target i valori del progetto e la nostra ambizione di diventare un “love brand” fatto di messaggi concreti e positivi.

Quali sono i prossimi traguardi di miscusi?

Entro la fine di quest’anno puntiamo ad arrivare a quota 10-12 locali nel Nord Italia. Tra fine marzo e aprile le prime due nuove aperture saranno a Torino e Bergamo. Verona e Firenze sono altre due location di cui stiamo definendo i dettagli. In altre città siamo in fase di osservazione.
All’estero Madrid è la nostra prima città target, ma i nostri piani non si limitano alla Spagna.

© Riproduzione riservata