Grom chiude a Torino e cambia modello

Unilever riorganizza le gelaterie, e punta tutto sui prodotti nella grande distribuzione. L'azienda ha in programma altre tre dismissioni dopo le quattro del 2019
Grom chiude a Torino e cambia modello

L’anomalia di Grom è destinata a cessare. Con il passaggio della catena di gelaterie dai fondatori (Guido Martinetti e Federico Grom) a Unilever, avvenuto nel 2016, lo sviluppo del brand nato a Torino e cresciuto nel resto d’Italia si era improvvisamente bloccato. Ora la multinazionale sta rivedendo i piani e ha iniziato a chiudere locali: quattro store (Modena, Mestre, Varese e Alessandria) già nel 2019, altri due (Udine e Treviso) destinati a chiusura entro i primi tre mesi di quest’anno. E soprattutto l’addio al negozio storico, quello di via Cernaia a Torino dove tutto era iniziato.

Unilever sembra infatti intenzionata al lancio del marchio in Gdo, posizionandolo in fascia premium come alternativa ai marchi generalisti Algida e Magnum. Quanto all’Horeca, Grom dovrebbe essere distribuito nella rete dei bar, abbandonando o perlomeno contenendo la strategia retail. Ai dipendenti assunti a tempo indeterminato coinvolti dalle chiusure verrà data la possibilità di una ricollocazione in altre gelaterie. 7

Grom

LA STRATEGIA DI GROM E UNILEVER

Attualmente Grom può contare su 46 store e due corner all’interno dei Carrefour Gourmet di Roma e Milano, oltre ad alcuni temporary. Ma il ritmo di chiusura dei punti vendita sta accelerando sempre più. L’azienda ha spiegato al Sole 24 Ore che non si tratta di una rinuncia alla rete dei negozi monomarca, bensì di una strategia multicanale che determinerà l’investimento in chioschi o biciclette gelato, grande distribuzione, bar e canale direct to consumer. “Abbiamo ristrutturato alcune gelaterie in Italia e stiamo valutando una nuova apertura sul territorio”, affermano da Unilever.

Quando fu ceduta a Unilever, Grom contava su 67 negozi in Italia e nel mondo e su un fatturato di circa 30 milioni di euro. Il giro d’affari dichiarato per il 2019 è di 44 milioni : una crescita complessiva di poco inferiore al 50%, considerando il brand comprensivo di tutti i Paesi e tutti i canali.

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