Cibiamo Group, dna artigianale e visione innovativa

Oltre 100 locali e quattro brand che puntano sulla qualità e sull’attenzione al cliente. Sviluppo futuro in centri urbani e high street, con un occhio alle opportunità oltreconfine

Una realtà nata nel 1992 a Sarzana, in provincia di La Spezia, con l’apertura del primo locale, una focacceria-pizzeria-caffetteria all’interno, diventata oggi una delle più importanti società della ristorazione commerciale moderna in Italia. Cibiamo Group conta oltre 107 locali, quasi tutti in franchising, con quattro brand, ovvero Il Forno di Cibiamo, La bottega del Caffè, Mondadori Café e Virgin Active Café. Lo scorso anno ha sviluppato un giro d’affari complessivo pari a 48 milioni di euro, servendo 2,5 milioni di tranci di pizze e focacce e 10 milioni di caffè. Un gruppo in costante sviluppo, che punta sul franchising come formula per moltiplicare le aperture di locali e guarda con grande attenzione ai mercati esteri. Di recente, infatti, Cibiamo Group ha aperto un locale brandizzato La Bottega del Caffè a Cannes, proprio sul lungomare reso famoso dall’annuale Festival del Cinema, che già nei primi giorni di apertura ha fatto registrare il tutto esaurito.

Il franchising è destinato a crescere

Alessandro Ravecca, Presidente e fondatore di Cibiamo Group è anche Presidente di Federfranchising: un punto di osservazione ideale sui trend e sul futuro di questa formula. «Oggi c’è indubbiamente più cultura e informazione sul mondo del food&beverage: basti pensare – dichiara – all’attenzione verso i temi della salute e benessere. È sempre più importante, nel contempo, l’esperienza che possiamo creare attorno al prodotto: la condivisione e la convivialità sono sempre più parti integranti di un concetto di qualità a 360 gradi». Si moltiplicano anche le occasioni di consumo, tanto che l’esercente deve essere in grado di «spalmare l’offerta nell’arco dell’intera giornata, magari con porzioni ridotte: stiamo diventando anche noi italiani sempre più internazionali». Sul fronte dello sviluppo futuro, Ravecca analizzando i dati è convinto che il franchising non possa che crescere. «In Italia la ristorazione a catena rappresenta solo il 6%. Oggi c’è meno improvvisazione rispetto al passato e si cerca di investire su formule già collaudate per limitare il rischio d’impresa. Vedo crescere la richiesta di tipi diversi di ristorazione: fare business sarà più probabile dove c’è  possibilità di standardizzare».

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