Vino, consumi in ripresa nel foodservice

Nel fuori casa il 70% delle vendite dei grandi vini. Prevalenza di etichette legate al territorio

Il vino va forte nel Foodservice. Per scegliere l’etichetta giusta, infatti, l’85% degli italiani si affida a ristoratori e sommelier, mentre il 70% delle vendite dei grandi vini avviene negli esercizi pubblici.

Sono queste alcune delle evidenze principali del Rapporto Ristorazione 2017 di Fipe-Confcommercio sulle abitudini di consumo degli italiani. «A fronte dello stop della flessione dei consumi emersa in questo ultimo anno – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio – dall’indagine vengono a delinearsi alcuni trend significativi: i clienti italiani dimostrano di apprezzare sempre più le qualità del vino e gli aspetti nutrizionali, storici, culturali ed edonistici che lo valorizzano. Molti pubblici esercizi hanno raccolto queste nuove esigenze del consumatore, investendo sulla cantina, inserendo le mezze bottiglie oppure proponendo la mescita a bicchiere, una scelta che consente di degustare vini di qualità a costi contenuti rispetto all’acquisto di un’intera bottiglia».

Il consumo di vino nel fuori casa comporta sicuramente altri vantaggi. «Per esempio, provare in uno stesso pasto vini diversi abbinandoli alle varie tipologie di cibo, alimentando così lo sviluppo di una cultura enogastronomica – spiega Stoppani –. Cogliendo queste nuove esigenze che rispondono anche ai cambiamenti sociali, che vedono la consistente crescita dei single e una sensibilità sempre maggiore verso il tema degli abusi di alcol». La tendenza a privilegiare i vini italiani viene confermato dall’indagine Fipe. «Per quanto concerne invece le tipologie di vino, emerge una crescente preferenza per le etichette nazionali e territoriali nell’ottica di dare sempre più spazio a proposte del territorio di riferimento, filosofia che viene prediletta anche dai ristoratori con carte del vino meno articolate e maggiormente improntate a proposte locali – conferma il presidente Fipe –. Il consumatore italiano, nonostante dichiari di conoscere poco il mondo dell’enologia, si dimostra particolarmente attento alla qualità, per esempio, nella preferenza di etichette a denominazione di origine e nel fatto di affidarsi ai consigli del personale di sala o del sommelier». Insomma, il vino trova nel fuori casa un canale di consumo fondamentale. Anzi, oggi il Foodservice rappresenta la grande carta da giocare da parte dei produttori vinicoli.

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