CAMST, intervista ad Antonio Giovanetti

Antonio Giovanetti, Direttore Generale di CAMST, illustra le strategie e i progetti a breve e medio termine della società emiliana, che continua la sua espansione, sia nella ristorazione collettiva che in quella commerciale, dove punterà sul brand “Dal 1945 Gustavo Italiano”. Approdato in CAMST nel 2006 come direttore acquisti e logistica, Giovanetti conferma a Foodservice il forte impegno dell’azienda sul mercato italiano e l’approdo strategico all’estero, in particolare in Spagna, Danimarca e Germania.

Qual è l’ultimo fatturato di CAMST e quali sono le previsioni di bilancio per il 2017?
Nel 2016 abbiamo chiuso con un fatturato di 508 milioni di euro. Se consideriamo il Gruppo CAMST, ovvero anche le dieci società italiane e quella tedesca controllate dalla capogruppo, il fatturato sale a 626 milioni di euro (bilancio consolidato). Si tratta di un trend di crescita positivo, che dura ormai da diversi decenni e che confermeremo anche per il 2017. Vorrei citare un altro dato: sono 93 milioni i pasti prodotti annualmente dalla nostra società.

Non è facile mantenere negli anni questo trend di crescita…
Effettivamente sì. La ristorazione e il consumo dei pasti fuori casa sono in continua trasformazione, per cui non è facile per un’azienda tenere salda la propria quota di mercato o addirittura riuscire a crescere. Ci sono due fenomeni molto interessanti da analizzare in questo settore: da una parte c’è una ristorazione sempre più indipendente dalla location, pensiamo, per esempio, al food delivery che ormai ha preso piede anche in Italia, e ci sono molti consumatori, “conquistati” dalle trasmissioni televisive che si occupano di cucina, che amano, quindi, cucinare a casa; dall’altra parte, ed è un paradosso, c’è una proliferazione di bar e ristoranti nei centri storici cittadini. Di fronte a questi fenomeni è necessaria molta competenza per durare nel tempo e CAMST è tra le aziende più longeve di ristorazione italiana ed è per questo motivo che i risultati sono positivi.

Quanto investite annualmente per sviluppare il vostro business?
Circa 30/40 milioni di euro.

CAMST è una cooperativa, quindi, si “muove” con le regole della mutualità: come si concilia questa visione con le regole di mercato di un’impresa privata?
A me piace utilizzare uno slogan: prima siamo impresa e poi cooperativa, per difendere i valori della cooperazione. Come impresa siamo stati capaci di cambiare quando ce n’è stato bisogno, tenendo però saldi i valori cooperativi, e con coraggio ci siamo aperti a nuove zone d’Italia. Inoltre, di recente abbiamo deciso di aprirci anche al facility attraverso l’incorporazione per fusione di Gesin, un’azienda che fa principalmente pulizie e manutenzione degli impianti di riscaldamento. L’obiettivo è offrire ai nostri clienti un servizio completo, in modo da avere un interlocutore unico soprattutto nelle gare di appalto.

Quali sono le linee guida della strategia di sviluppo sul mercato?
Oltre agli aspetti che ho sottolineato sopra, il nostro obiettivo è esportare la ristorazione Made in Italy all’estero: attraverso un piano di sviluppo mirato partiremo da Spagna, Danimarca e Germania con l’obiettivo di rafforzare in questi Paesi la nostra presenza, sia nella ristorazione collettiva che in quella commerciale. Parallelamente, la valorizzazione del cibo italiano si svilupperà attraverso il progetto all’interno di Fico, il parco agroalimentare aperto di recente a Bologna: il ristorante Bell’Italia.

In termini di fatturato, quanto è importante il settore della ristorazione commerciale?
È importante, 55 milioni di fatturato nel 2016, e lo sarà sempre di più. Nel 2015 abbiamo lanciato il format “Dal 1945 Gustavo Italiano”, che prende il nome del nostro fondatore, Gustavo Trombetti, per richiamare la tradizione e l’autenticità della nostra cucina, unito ad uno sguardo sul presente in cui non possono mancare ingredienti come l’innovazione, sia in termini di servizio e attenzione al cliente che in termini di offerta. Oltre al brand “Dal 1945 Gustavo Italiano”, CAMST propone un’insegna come Tavolamica. Si tratta di un marchio protagonista nel settore della ristorazione aziendale e interaziendale, attraverso il quale gestiamo le mense aziendali sia interne che esterne per un totale di 27 milioni di pasti all’anno.

Un’ultima domanda: quali saranno le novità più importanti nel 2018?
Innanzitutto, rafforzeremo le linee strategiche di sviluppo che ho illustrato precedentemente. In secondo luogo, ci riorganizzeremo internamente per valorizzare al meglio le risorse e i talenti.

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