Negli ultimi anni, il settore della ristorazione ha affrontato diverse sfide: il calo della spesa dei consumatori, elevati costi di finanziamento che hanno frenato i consumi e l’aumento dell’inflazione che ha colpito soprattutto beni alimentari ed energia. Le tensioni economiche hanno contribuito ad orientare la spesa verso prodotti a prezzi competitivi e destinare maggiore liquidità per le cosiddette “spese esperienziali”.
Nel settore F&B ciò si traduce da un lato nella ricerca di promozioni e nella scelta di ristoranti economici, dall’altro nella maggiore frequentazione di ristoranti di fascia alta che danno accesso ad esperienze uniche. Nelle aree metropolitane, la propensione a mangiare fuori casa si conferma più consolidata rispetto al resto del Paese e il ritorno del turismo ai livelli pre-Covid contribuisce a mitigare gli effetti del lavoro da casa.
Secondo l’Italian Food & Beverage Report 2025 di Savills, negli ultimi due anni – nonostante la diminuzione complessiva della spesa delle famiglie – i consumi nei servizi di ristorazione hanno continuato a crescere. Nel 2024 la spesa ha raggiunto 83 miliardi di euro, pari a un incremento del 2% YoY in termini reali. Ristoranti, caffè e attività simili assorbono il 68% dei consumi totali, seguiti dai fast-food e dalle attività di asporto (29%). Rispetto al 2019, entrambi i segmenti mostrano una crescita significativa della spesa. Contribuisce all’espansione del settore anche l’e-commerce, con €1,6 miliardi generati dal food delivery.
Nei centri commerciali italiani si possono contare circa 160 food court, per un totale di 1.550 negozi che contribuiscono strategicamente a incrementare i footfall, le vendite e l’attrattività complessiva degli asset. Una persona su tre visita un centro commerciale proprio per l’offerta di ristorazione e molti brand F&B stanno pianificando un’ulteriore espansione: le nuove aperture ammontano in media a circa 3 negozi per marchio, previsione che si conferma anche per i prossimi mesi.
Nelle moderne food court i ristoranti occupano ora meno metri quadrati rispetto al passato, anche se l’offerta è cresciuta in termini di numero di negozi. I centri commerciali di medie e grandi dimensioni registrano un fatturato per visitatore più elevato di quello che si registra nei centri con una GLA inferiore ai 20.000 mq; in particolare, la crescita maggiore del fatturato per visitatore si registra nei centri commerciali con una GLA superiore ai 40.000 mq.
Per quanto riguarda invece le high street, l’offerta è molto variegata e si distingue principalmente per il momento della giornata nel quale si usufruisce dei servizi. Milano si distingue a livello nazionale come hub strategico e punto di riferimento per lo sviluppo del mercato della ristorazione, punto di ingresso e sviluppo di nuovi format. Sono 15 i food district identificati in città, che spaziano dalle aree consolidate ai mercati emergenti come quello di Certosa.
L’offerta diurna è rivolta a impiegati, studenti e turisti ed è localizzata principalmente nel centro città o nei business district, grazie a ristoranti che offrono un servizio rapido e a catene con prezzi convenienti. L’offerta serale è invece molto articolata e spazia dai bar che propongono l’happy hour ai ristoranti tipici italiani, ai dinner show, ai club esclusivi e ai ristoranti stellati Michelin. I quartieri più rappresentativi per la vita notturna restano Moscova, Brera, Ticinese, Porta Romana, mentre aree come NoLo e Chinatown stanno emergendo e consolidando il loro posizionamento.
Francesca Cattagni, Head of high street leasing commenta: “Il settore F&B oggi più che mai si muove con grande velocità: dai brand mainstream al luxury esperienziale, senza dimenticare le food court, i format si reinventano continuamente, adattandosi ai trend di mercato e alle nuove esigenze dei consumatori. Questa evoluzione non solo genera footfall e stimola gli acquisti d’impulso, ma trasforma i centri commerciali e le high street in vere e proprie community destinations, capaci di attrarre differenti target e offrire esperienze memorabili. Un trend dinamico che conferma Milano come hub nazionale e internazionale per l’innovazione nel settore F&B“.
