Ristoranti e NFT, la festa è finita?

In un articolo pubblicato nei giorni scorsi, il portale americano Nation’s Restaurant Network si interroga se la formula delle membership in NFT sia stata soltanto una tendenza passeggera
Ristoranti e NFT, la festa è finita?

“Le membership in NFT nella ristorazione sono state una moda passeggera?”. È il titolo di un articolo apparso nei giorni scorsi sul portale specializzato Nation’s Restaurant Network. Titolo che lascia ben poco spazio all’immaginazione.

LE BUZZWORD

“Ristorazione e NFT” è stata senza dubbio una delle tematiche più discusse di tutto il 2022.

Come fa notare NRN, le parole NFT, Crypto, Metaverso e Web3 erano divenute delle vere e proprie “buzzword”, parole utili a stimolare la curiosità (e i click). Molti esperti si interrogavano se questa prossima fase di Internet avesse potuto cambiare per sempre il comportamento e le esperienze dei clienti (e dei ristoranti) o se si trattasse solo di una moda passeggera. Un anno dopo sembra aver prevalso la seconda ipotesi, con, molte delle iniziative annunciate che non hanno ancora preso il via, e molte di quelle partite che viaggiano ormai su binari morti.

SHO NFT? NCS! (NON CI SIAMO)

Emblema di questo declino è senza dubbio SHŌ, che avrebbe dovuto aprire a San Francisco nell’autunno del 2023 come “esperienza di intrattenimento culinario e vita notturna” a due piani gestita dal gruppo SHO che avrebbe offerto un club privato sostenuto da NFT con un costo compreso tra $ 7.500 e $ 300.000 a seconda del livello scelto. Ma secondo un recente articolo pubblicato su SFGate, dopo la cerimonia inaugurale nell’agosto 2022, sul sito è stato fatto pochissimo lavoro e lo spazio vuoto sembra “esattamente lo stesso” di sette mesi prima. I permessi per il sito non sono stati rilasciati e non sono stati ancora completati diversi passaggi di autorizzazione. Sebbene i rappresentanti di SHO Group non abbiano risposto alle richieste di commento di NRN, il CEO di SHO Group Joshua Sigel si è seduto per un’intervista con Family Office Insights all’inizio di quest’anno e ha rivelato che solo 100 NFT sono stati venduti durante la vendita privata iniziale nonostante l’obiettivo dei 3.275 NFT. Sigel ha insistito nell’intervista che le vendite sarebbero state pienamente autorizzate “entro le prossime quattro settimane”, anche se ciò non è accaduto, secondo SFGate.

LA CAUSE?

L’articolo prosegue poi con altri progetti fallimentari nel settore, come Flyfish a New York. Ma quali le ragioni di tali fallimenti? Secondo l’esperto di NFT e avvocato specializzato in marchi commerciali Michael Kondoudis, la ragione sta nel fatto che “Questi club non sono mai stati mainstream ma hanno preso di mira un piccolo gruppo demografico”, ha affermato Kondoudis, anche se ha aggiunto che ci sono prove che Web3 ha “perso uno slancio significativo dallo scorso anno, poiché le domande di marchio per i prodotti Web3 sono diminuite del 66%.Questi numeri non sono una sorpresa visti gli attuali venti contrari economici e la minaccia di recessione”, ha aggiunto. “Penso quindi che sia più accurato caratterizzare la stagnazione di questi club come risultato della debolezza dell’economia generale e del rallentamento della tecnologia in particolare”.

Se il rapporto tra NFT e ristorazione tradizionale sembra essere compromesso, aspettiamo di vedere l’evoluzione invece nella ristorazione commerciale.

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