KFC sostiene l’istruzione dei dipendenti

La nuova iniziativa lanciata dalla catena nota per il pollo fritto permetterà ai lavoratori idonei di frequentare l’università gratuitamente
KFC sostiene l’istruzione dei dipendenti

KFC investe nei programmi di istruzione superiore e universitaria dei propri lavoratori. È ormai ampiamente risaputo che una delle maggiori preoccupazioni delle famiglie americane è quella dell’istruzione dei propri figli, con un riferimento specifico al college e agli studi universitari. C’è da considerare inoltre le enormi difficoltà nell’alternare lo studio al lavoro. Ed è in quest’ottica che va vista l’iniziativa lanciata recentemente dalla catena nota per il suo pollo fritto.

A partire da questo mese, tramite la KFC Foundation, il format offrirà infatti un’istruzione superiore gratuita ai propri dipendenti idonei, attraverso una partnership con la Western Governors University. Per qualificarsi, i lavoratori devono “essere regolarmente impiegati presso un ristorante KFC che partecipa al programma annuale di donazioni alla Fondazione KFC. Il programma è di natura non competitiva, il che significa che tutti i dipendenti idonei che si iscrivono saranno coperti”, si legge nella nota della società.

Programma ampio

L’assistenza alle lezioni presso la WGU include circa 60 corsi di laurea, master e programmi di certificazione. Al di fuori della partnership, il programma offrirà anche borse di studio fino a 20.000 dollari per il college, la scuola professionale o la scuola di specializzazione di due o quattro anni.

“Ogni anno cerchiamo nuovi modi per sostenere e migliorare la vita dei dipendenti del marchio KFC – ha affermato Emma Horn, direttore esecutivo della Fondazione KFC – E quale miglior opportunità se non quella di essere in grado di offrire ai membri del team un programma di laurea universitario flessibile presso la Western Governors University, che possa adattarsi perfettamente alle esigenze dei singoli. Il programma presso WGU è perfetto per chiunque non abbia abbastanza ore al giorno per bilanciare gli studi universitari e un lavoro a tempo pieno o parziale e altre priorità della vita”.

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