Rivedere i prezzi dei servizi di mensa

È questa una delle richieste presentate dal Vicepresidente Vicario di Confcommercio Lino Stoppani durante l’audizione alla Commissione Ambiente della Camera
Rivedere i prezzi dei servizi di mensa

La ristorazione collettiva torna alla ribalta sul tema dei prezzi.
Dopo la presa di posizione di Fipe-Confcommercio e Angem, che lo scorso dicembre hanno criticato il Governo per la mancanza di interventi a sostegno dei servizi di ristorazione nelle scuole e negli ospedali, penalizzati dal caro energia e dall’impennata dell’inflazione, il Vicepresidente Vicario di Confcommercio, nonché Presidente Fipe Lino Enrico Stoppani ha presentato, durante la sua audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, il 30 gennaio, alcune richieste fondamentali.

NUOVE REGOLE PER IL SETTORE

Stoppani ha sottolineato gli interventi di cui ha assolutamente bisogno la ristorazione collettiva: garantire la somministrazione di prodotti di qualità, assicurare con norme chiare la competitività del settore e rivedere i prezzi dei servizi di ristorazione in base agli indici ISTAT di settore.

Presidente Fipe,  Lino Enrico Stoppani

Quello della ristorazione collettiva è un settore di estrema rilevanza per l’economia del Paese – ha dichiarato Stoppani –. Si tratta di un ecosistema che, oltre a svolgere un servizio essenziale con oltre 5 milioni di pasti somministrati ogni giorno, è costituito da circa 1.500 aziende che danno lavoro a più di 90.000 persone. Eppure, l’intero comparto è messo da tempo a dura prova, con migliaia di aziende che rischiano di essere messe in ginocchio dall’impennata dei prezzi delle materie prime e dal caro energia. È arrivato il momento di agire prima di tutto con una revisione dei prezzi basata sugli indici ISTAT di settore, poi stabilendo regole chiare che assicurino al settore concorrenza, competitività e qualità dei servizi offerti”.

In particolare, Stoppani ha ribadito la necessità di dare precedenza, nella competizione tra gli operatori, alla componente qualitativa dei cibi attraverso un vincolo che associ il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa a quello del prezzo o costo fisso. Affinché il confronto concorrenziale sia effettivamente spostato sui profili tecnico-qualitativi, inoltre, come ha confermato Stoppani, è necessario escludere dai documenti di gara tutte le attività non direttamente connesse alla produzione e alla somministrazione dei pasti come, per esempio, il rifacimento delle mense o altri interventi infrastrutturali. 

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