Sigep: l’ora del digitale

All’interno della kermesse riminese non sono mancati gli spazi dedicati all’innovazione
Sigep: l’ora del digitale

“Foodtech: l’oro digitale” è il titolo del panel, tenutosi lo scorso sabato all’interno di Sigep, che ha visto sul palco Nicola Faedi, cofondatore di Ristorante del futuro e Evi Polliotto di Gerla1927, moderato dalla caporedattrice di Food Service, Monica Nastrucci.

PIÙ TECNOLOGIA

I numeri indicano un fuori casa in netta ripresa – ha esordito Monica Nastrucci – nel 2022 si è quasi raggiunto il benchmark del 2019, 86 miliardi di euro. Ma c’è un ma, rappresentato dalle ridotte marginalità dovute a crisi energetica e costi delle materie prime. Ed è qui che entrano in gioco gli investimenti in tecnologia, che permettono agli operatori di recuperare le marginalità”.

MODELLO A SEGUIRE

Incipit ripreso da Nicola Faedi La tecnologia è diventata un abilitatore importante per il fuori casa moderno, direi quasi imprescindibile”. Parlando del livello di digitalizzazione dell’Horeca italiano, “in generale siamo decisamente indietro, con l’eccezione rappresentata da Milano, che con riferimento a questi aspetti sembra avere una marcia in più”.

In questo caso la sfida “è quella di cercare di estendere questa sorta di modello milanese in tutta Italia”.

NUOVE DINAMICHE

Gruppo Gerla conta attualmente 18 locali e, come ha spiegato Evi Polliotto: “la crescita del numero dei locali ha portato ovviamente ad un cambio nelle dinamiche e nei processi interni, sia a livello di produzione che di gestione”. Innovazione che per il gruppo è partita con “la digitalizzazione di fornitori, materie prime e costi, che ci ha permesso una gestione più efficiente delle forniture e del food cost”. In definitiva “è stato un investimento considerevole in termini di tempo e denaro, ma possiamo dire che ne è valsa la pena e mi ha fatto decisamente cambiare opinione sulla tecnologia”. Inoltre “l’aver iniziato il processo di digitalizzazione prima del covid, ci ha permesso di non farci trovare impreparati”.

COMODITÀ PER IL CONSUMATORE

Vantaggi per il ristoratore, ma anche ovviamente per il consumatore

Stiamo osservando un graduale abbandono delle app da parte dei fornitori di tecnologia, banalmente per il fatto che attualmente ognuno di noi ha troppe app scaricate sul telefono. Parallelamente, anche per gli esercenti questa moltitudine di touch point può generare confusione e difficoltà di gestione in termini operativi, così come rappresenta un ulteriore onere per chi segue le attività in store, in quanto dovrebbe invitare i propri avventori a scaricare le relative app sul proprio telefono. Da questo punto di vista, aggregatori o fornitori di servizi che integrano più servizi in una singola piattaforma rappresentano un trend da seguire con molta attenzione, sono proposte vantaggiose per tutte le parti coinvolte”, racconta Nicola.

PIÙ EDUCAZIONE

Semplicità per il consumatore quindi, ma anche più conoscenza per i ristoratori. Il next level dell’innovazione nell’Horeca, infatti, come suggerito da Nastrucci “potrebbe essere quello dell’education, ovvero far conoscere agli operatori di settore quali sono le tecnologie abilitanti per il mondo Horeca”.

Non dobbiamo dimenticare infatti, che “uno dei motivi alla base del ritardo nella digitalizzazione è proprio quello della scarsa conoscenza, soprattutto nella ristorazione tradizionale, più che in quella commerciale”, commenta Faedi.

Ristorazione tradizionale che quindi “deve attrezzarsi e aggiornarsi per restare al passo coi tempi”. Conclude Nastrucci.

Ristorazione italiana pronta a spingere ulteriormente sull’acceleratore dell’innovazione? Stando a quelli che sono stati gli investimenti, pare proprio di sì.

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