28 settembre 2022, poke sorprese… anzi no!

In occasione della giornata nazionale del poke, celebre cibo hawaiano, sono stati pubblicati diversi report che certificano la crescita vertiginosa del mercato italiano
28 settembre 2022, poke sorprese… anzi no!

Il 28 settembre si celebra la giornata nazionale del poke e, per l’occasione, sia Just Eat che Glovo, come anche Growth Capital, hanno condiviso alcuni numeri che testimoniano, dopo l’ingresso nel paniere Istat, come il celebre piatto hawaiano sia ormai entrato in pianta stabile nei consumi degli italiani.

I DATI DI JUST EAT

Il rapporto di Just Eat indica  oltre 388.000 kg ordinati a domicilio nel 2021, con una crescita del +195% rispetto all’anno precedente.

Nei primi mesi del 2022, ne sono già stati ordinati oltre 298.000 kg, mostrando un trend in crescita anche per quest’anno. Nell’ultimo anno, la piattaforma ha registrato una crescita del +37% di poke sui menù dei ristoranti partner, mentre i ristoranti specializzati in cucina poke sono aumentati del +72%.

Se si guarda alle città che hanno registrato una maggiore crescita di questa cucina, troviamo Firenze (+235%), Genova (+177%) e Cagliari (+108%), che hanno visto anche un’impennata di ristoranti che hanno implementato il poke all’interno dei propri menù. Firenze ha visto un aumento del +77%, Genova del +75% e Cagliari del +48%, che insieme a Catania (+57%) e Napoli (+56%), raccontano di come la “poke mania” si stia spostando lungo tutto lo stivale, oltre a consolidarsi nelle città dove ormai è un vero e proprio must to have, come Milano, Roma, Torino e Bologna.

I DATI DI GLOVO

A Just Eat fa eco in qualche modo Glovo, i cui dati parlano chiaro ed evidenziano una crescita costante degli ordini di poke negli ultimi anni, con un aumento del 203% registrato negli ultimi 12 mesi (settembre 2022 vs settembre 2021).

Secondo l’Osservatorio di Glovo, dopo la Spagna, che guida la classifica dei Paesi con il numero più elevato di poke venduti, troviamo l’Italia con circa 520.000 poke consegnate in un anno, seguita da Serbia, Romania e Portogallo.

Prendendo in analisi il Belpaese, la città che consuma più poke è la capitale, seguita da Milano e Torino, rispettivamente con 91.159 e 62.106 ordini del piatto hawaiano. Nonostante gli ordini siano abbastanza costanti tutto l’anno, trattandosi di un piatto fresco per caldi climi estivi, l’Osservatorio di Glovo conferma che i mesi di maggio, giugno e luglio raggiungono i picchi di ordini, arrivando a rappresentare il 30% sul totale degli ordini in un anno.

I NUMERI DI GROWTH CAPITAL

Assolutamente degni di nota i numeri della seconda edizione del report “Il mercato del Pokè in Italia” di Growth Capital dedicato ai numeri dell’H1-22, che attesta un fatturato atteso per il 2022 di 328 milioni.
In controtendenza rispetto al resto del mondo, l’Italia registra tassi di crescita superiori alla tripla cifra, che indicano una nazione con ancora grandi opportunità nel settore.

Qui di seguito qualche numero:

  • 820 i punti vendita (+140% rispetto al 2021)
  • Market share in base al numero di store: 43% catene vs 57% store singoli e indipendenti
  • Giro di affari stimato €328M (+117%, rispetto ai €151M registrati nel 2021)
  • Per il 2026 si attende un CAGR del 20% che potrebbe far volare il mercato a quota €689M

Il mercato del pokè in Italia ha registrato tassi di crescita sorprendenti, conquistando sempre più spazio nel settore del fast casual. Sarà interessante osservare quali strategie metteranno in atto le grandi catene per vincere la preferenza dei consumatori e assicurarsi la massima retention. Come Growth Capital, continueremo a studiarne trend, strategie di capillarizzazione nel lungo termine – come focus su DOS, franchising o nuovi formati – e relative implicazioni sul mercato. Ad oggi, ci aspettiamo un futuro consolidamento di quest’ultimo anche attraverso l’aumento di operazioni di M&A sulla scia delle recenti acquisizioni internazionali”, sottolinea Andrea Casati, Vice President di Growth Capital.

Il report completo è disponibile a questo link.

LE VOCI DEI PROTAGONISTI

In tale scenario gongolano ovviamente i protagonisti del settore. 

“Sono trascorsi 5 anni da quando abbiamo portato a Milano il poke e aperto il nostro primo store – commentano Rana Edwards e Michael Lewis, Co-founder di I Love Poke ed è davvero strabiliante ciò che è accaduto in così poco tempo. Celebrare la giornata nazionale del poke per noi assume un valore particolarmente significativo perché siamo partiti da zero ed era il mese di ottobre del 2017. Oggi abbiamo oltre 140 punti vendita in Italia, di cui il 60% aperti quest’anno, dopo due anni davvero difficili che hanno messo a dura prova il settore della ristorazione. E tutto questo grazie a un ottimo lavoro di squadra e di persone che credono nel concetto americano di “work hard” contro ogni previsione. I love Poke è davvero unico perché incarna un concetto salutare nato oltre oceano che noi abbiamo reinventato secondo il gusto italiano. Siamo così felici di questo successo in Italia che sogniamo di condividerlo con quante più culture possibili: abbiamo infatti un programma di espansione molto importante non solo in Italia, dove copriamo praticamente tutte le regioni, ma anche all’estero.” 

Commenta Matteo Pichi, CEO e Co-founder Poke House,“È entusiasmante vedere i risultati del grande lavoro fatto riflessi in questi tassi di crescita. Come Poke House continueremo ad investire in Italia concentrandoci sulla qualità dei nostri stores, iconici e punto di riferimento delle nuove generazioni. È stato divertente portare il nostro format fuori dall’Italia e ora siamo felici di introdurre nuove tendenze, nuovi sapori per un poke sempre più di qualità”

“I dati di crescita del mercato del poke ci hanno dato dei chiari segnali. Prima di tutto, nel mondo del food c’è spazio per innovare nel momento in cui si sanno leggere i mega-trend ed interpretarli nella maniera corretta. In secondo luogo, c’è voglia di sviluppare e “fame” di business ed il mercato del poke si presta ad una veloce crescita grazie ad investimenti contenuti e basse barriere di entrata. Quali sviluppi ci si potranno quindi aspettare nel prossimo futuro per chi fa del poke il proprio prodotto principale? Consolidamento del mercato per raggiungere masse critiche soddisfacenti ed offerte di prodotti più distintive che puntano alla qualità ed a fasce di clientela, stagione ed orario di consumo più ampie” – Il commento di Stefano Zenga, fondatore di Pacifik Poke

Così Riccardo Bellini, Co-fondatore Ami Pokè:Il mercato del poke non accenna a fermarsi e questo si vede nelle strategie di crescita delle catene del settore e negli investimenti di fondi e investitori istituzionali che stanno caratterizzando i player più importanti, come nel caso di Ami Pokè. Prevediamo che la crescita continui con una maggiore concentrazione verso le catene che sanno garantire il prodotto migliore e il migliore servizio al cliente.” Alessandro De Crescenzo, Co-fondatore Ami Pokè: Il poke sta penetrando anche nelle fasce di popolazione che erano state meno coinvolte dall’esplosione di questo superfood, come gli over50. Le proprietà nutritive e i benefici per la salute del salmone, ricco di omega3 e di proteine nobili, dell’avocado, ricco di grassi buoni, e del riso, il carboidrato light per eccellenza, trainano la voglia di poke soprattutto tra chi vuole stare attento all’alimentazione senza rinunciare a soddisfare il palato“.

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